Da poche ore sul sito del Garante della privacy italiano è apparsa una nota del presidente dell’Autorità Garante, Antonello Soro, nei confronti delle piattaforme come TikTok, che gestiscono soprattutto dati personali di utenti giovanissimi.
Soro ha reso noto di aver inviato una lettera al Comitato europeo per la protezione dei dati personali (Edpb), che riunisce tutti i Garanti privacy europei, nella quale chiede di creare una task force per esaminare approfonditamente tali piattaforme.
Necessità di procedere in maniera forte e coordinata, anche in considerazione della delicatezza e della rilevanza di questo tipo di piattaforme, rivolte soprattutto alle fasce di utenti più giovani
Antonello Soro
Ha altresì chiesto che la questione venga posta all’attenzione della prossima riunione plenaria del Comitato, che si terrà a Bruxelles il prossimo 28-29 febbraio.
Finalmente un gesto che dimostra che anche l’Italia ha a cuore la privacy dei suoi cittadini e ha saputo cogliere i segnali di allarme.
I problemi da affrontare sono sostanzialmente due:
- TikTok viene accusata di censurare contenuti politici (questione Hong Kong su tutti)
- non vi sarebbero dati sufficienti per capire come vengono gestiti i dati raccolti e, soprattutto, dove vadano a finire
A inizio dello scorso dicembre una class action in California ha accusato il social network di raccogliere e inviare a server cinesi grandi quantità di dati degli utenti, in grado di identificarli personalmente.
A inizio mese, invece, una società di cybersecurity, Check Point Research, ha reso note molteplici vulnerabilità in merito all’app.
Per ora solo un invito a tenere alta la guardia, senza sanzioni a carico di TikTok che, dal canto suo, ha iniziato il nuovo anno rendendo disponibile il primo rapporto sulla Trasparenza, cercando così di migliorare i rapporti con utenti, governi e media.
Contestualmente il suo proprietario, la cinese ByteDance, per evitare blocchi internazionali (da parte degli USA soprattutto) sta cercando di tagliare i ponti tra TikTok stessa e il Paese asiatico, creandole una nuova sede al di fuori dei confini nazionali e affidandola a server “neutrali” più sicuri.
Del dilagare di una vera e propria TikTok-mania ne abbiamo già parlato in un precedente articolo, così come dei rischi privacy che questa app può comportare.
Quindi se da una parte occorre sensibilizzare l’utente, soprattutto giovane, ad utilizzare consapevolmente i social network e a considerare la propria privacy come diritto inalienabile, dall’altra è necessario che questo messaggio d’allarme venga raccolto e che gli Stati, insieme, pongano i limiti dovuti.
Affermare che non si è interessati al diritto alla privacy perché non si ha nulla da nascondere è come dire che non si è interessati alla libertà di parola perché non si ha nulla da dire
Edward Snowden