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Spreco alimentare e soluzioni tecnologiche

cambiamento climatico
Tempo di lettura - 5 minuti

Parlando di spreco alimentare e soluzioni tecnologiche il pensiero corre subito alla nota app Too Good To Go (TGTG), letteralmente “troppo buono per essere buttato”.

Un progetto nato nel 2015 in Danimarca con l’intendo di responsabilizzare le persone e arginare il problema crescente dello spreco alimentare (food waste).

In realtà si tratta solo di uno dei tanti progetti e startup nate recentemente per limitare il fenomeno che, come vedremo, rappresenta un danno per tutti, non solo dal punto di vista economico-sociale, ma anche ambientale.

Dove, anche in questo caso, la tecnologia digitale può fare davvero la differenza.

Lo spreco alimentare

La FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, calcola che a livello mondiale viene sprecato ogni anno un terzo di tutti gli alimenti prodotti per il consumo umano.

spreco alimentare

Una fotografia più precisa ci arriva dal Food Waste Index Report 2021, un report degli sprechi alimentari in 54 paesi del mondo, del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e dell’organizzazione partner Wrap.

Nel 2019 sono stati sprecati ben 930 milioni di tonnellate di alimenti (120 chili di cibo a testa all’anno). Pari al 17% degli alimenti disponibili.

L’equivalente di 23 milioni di camion da 40 tonnellate a pieno carico pieni di cibo che, paraurti contro paraurti, fanno sette volte il giro della Terra.

Contrariamente a quanto si pensa, è nelle famiglie che l’11% del cibo disponibile viene gettato via anziché essere consumato.

I servizi di ristorazione e i punti vendita sprecano infatti rispettivamente il 5 e il 2%.

Come detto lo spreco di cibo, oltre a essere una questione etica (secondo l’Onu, nel 2019 ben 690 milioni di persone hanno sofferto la fame e la pandemia ha peggiorato la situazione), ha un forte impatto ambientale.

Si stima che una percentuale compresa tra l’8 e il 10% delle emissioni globali di gas serra è associata al cibo che viene prodotto ma non viene consumato. Se fosse uno Stato, lo spreco alimentare si classificherebbe al terzo posto tra i Paesi che emettono più anidride carbonica al mondo.

A questo si aggiunga che il 28% dei terreni agricoli al mondo sono utilizzati per produrre cibo destinato ad essere sprecato.

Tra le cause vi sono certamente:

  • la sovrapproduzione;
  • la fluttuazione nella qualità delle materie prime;
  • il rapido deterioramento di questi generi alimentari.

Oltre a queste, è stato dimostrato che spesso il cibo viene gettato perché non rispetta standard estetici stabiliti.

Il progetto Too Good To Go

La mission di Too Good To Go è proprio quello di contrastare lo spreco alimentare.

In questa fase quello generato nel penultimo passaggio della filiera (dalla produzione al consumo): la vendita al dettaglio.

Ma con l’ambizione futura, grazie al Movimento contro lo Spreco del Cibo, di contrastare lo spreco alimentare lungo tutta la catena di distribuzione.

L’App è solo una delle maniere con cui l’azienda combatte lo spreco del cibo.

Too Good To Go infatti incoraggia anche le famiglie, le scuole e gli amministratori a cambiare il proprio comportamento e mira ad influenzare la normativa vigente affinché possa ulteriormente e formalmente influire contro lo spreco alimentare.

La App Too Good To Go

La App attualmente conta più di 33 milioni di utenti ed è disponibile in Italia da 2 anni.

Scaricando la App ci troviamo a interagire con una piattaforma di incontro tra domanda e offerta (in eccesso) grazie alla quale è possibile per:

  • i commercianti e ristoratori, che aderiscono al progetto, mettere in vendita, a prezzi ridotti (circa un terzo del prezzo di listino dei prodotti), delle magic box di cibo invenduto a fine giornata (prodotti freschi) o in scadenza (conservati);
  • gli utenti acquistare un menu pagando un prezzo prestabilito ridotto con la possibilità di ritirarlo nell’orario indicato dall’esercente sull’App.

Una magic box composta a piacimento dei venditori e il cui contenuto non è noto all’atto dell’acquisto agli acquirenti (che oltre a risparmiare soldi vivono così un piacevole effetto sorpresa).

Una soluzione “win-win-win” che consente:

  • agli esercenti di guadagnare sul cibo che altrimenti sarebbe buttato via, raggiungendo allo stesso tempo una nuova clientela;
  • ai consumatori di avere accesso ad alimenti ad un prezzo ragionevole;
  • a tutti, insieme, di avere un impatto positivo sull’ambiente.

Tra gli esercenti sia i supermercati che i ristoranti e i piccoli negozi di quartiere (ad es. pasticceria, gastronomia, panettiere, pescheria).

Un’iniziativa che in Italia è in linea con la legge Gadda del 2016 che si pone come obiettivo quello di ridurre gli sprechi attraverso “il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale”.

Contribuendo così a “limitare gli impatti negativi sull’ambiente e sulle risorse naturali mediante azioni volte a ridurre la produzione di rifiuti e a promuovere il riuso e il riciclo al fine di estendere il ciclo di vita dei prodotti”.

too good to go

L’Intelligenza Artificiale per ridurre lo spreco alimentare

Contrastare lo spreco alimentare lungo tutta la filiera alimentare, dal produttore al distributore, fino al singolo consumatore, è già possibile grazie a Data Science e Intelligenza Artificiale.

Con straordinari risultati: previsioni mirate sul fabbisogno alimentare, miglior prevedibilità e controllabilità e riduzione delle perdite alimentari legate alla qualità.

Partendo dalla produzione, grazie ai dati raccolti attraverso droni, sensori remoti, satelliti e attrezzature agricole intelligenti, i coltivatori possono avere indicazioni sulla capacità produttiva del suolo, sulla salute delle colture e sulle condizioni meteorologiche.

Grazie a queste indicazioni le decisioni sulla rotazione delle colture, sui tempi di semina e sul periodo più adatto per la raccolta e il compostaggio saranno senz’altro più efficaci.

Limitando fin dall’origine sprechi alimentari evitabili, prevenendo la produzione di prodotti in eccesso (eccedenza alimentare) o semplicemente raccolti nel momento sbagliato.

Spostandoci sulla distribuzione, attraverso l’utilizzo di sensori e il monitoraggio di alcuni parametri chiave (es variazioni di temperatura all’interno di serbatoi o impianti frigoriferi), si possono prevedere tutti quei deterioramenti che inevitabilmente causano la trasformazione del cibo in rifiuto.

Nei punti vendita si può impostare un monitoraggio automatico delle date di scadenza degli alimenti, per consentire ai negozianti di:

  • programmare una corretta rotazione degli alimenti sugli scaffali;
  • pianificare promozioni speciali;
  • prevedere le vendite di certi prodotti rispetto ad altri (essenziale in fase d’ordine delle merci).

Nei ristoranti è possibile razionalizzare gli ordini affinché siano impostati sulle effettive esigenze delle cucine evitando lo stock di alimenti ad alto rischio di deperimento.

In ambito domestico un grande contributo è la diffusione di sistemi smart, in grado di automatizzare alcuni controlli e inviare alert agli utenti.

Pensiamo ai frigoriferi intelligenti, connessi a Internet e gestiti via app, in cui inserire la data di acquisito di ogni alimento refrigerato, inviando un alert quando la data di scadenza dei cibi sta per avvicinarsi.

patto contro spreco alimentare

I supermercati intelligenti

Non dimentichiamo che i supermercati intelligenti sono già una realtà e ci consentono di:

  • visualizzare informazioni sui prodotti prelevati dagli scaffali;
  • ricevere ricette mirate;
  • muoversi agevolmente nello spazio di vendita grazie a una mappa;
  • pagare con lo smartphone.

O ancora, come avviene da Amazon Go, utilizzare le telecamere per capire cosa abbiamo preso, sommare il costo di tutti i prodotti e mandarci lo scontrino via app.

Ma in questo caso l’Intelligenza Artificiale è molto più avanzata poiché riesce contemporaneamente a riconoscere i prodotti sugli scaffali, a monitorare la loro quantità, a incrociare questi dati con quelli sulla domanda e, eventualmente, ad avvisare il personale.

In Giappone la catena di supermercati Lawson usa l’Intelligenza Artificiale per prevedere quanti e quali prodotti freschi saranno venduti in una giornata e regolare la produzione di conseguenza.

Walmart, la più grande catena di negozi al dettaglio al mondo, ha aperto vicino a New York un supermercato gestito in gran parte dall’Intelligenza Artificiale che monitora la data di scadenza dei prodotti e controlla quante confezioni sono rimaste. Se qualcosa è finito o sta andando a male, avvisa i dipendenti che possono così prenderlo in magazzino o ordinarlo di nuovo.

Le tecnologie e l’accesso ai dati opportunamente elaborati sono realtà. Non ci resta che dare il nostro contributo per eliminare tutte le possibili inefficienze.

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Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

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