Da una ventina d’anni i non vedenti e, in generale, gli ipovedenti utilizzano proficuamente il computer, i social network e gran parte dei servizi online.
Un pubblico vasto se si pensa che, dai dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2019, stiamo parlando di circa 2,2 miliardi di persone.
Ovviamente la difficoltà maggiore è dovuta al fatto che la maggior parte delle informazioni passano attraverso lo schermo.
Si pensi agli acquisti on-line e alle possibilità di effettuare operazioni bancarie, accedere alle notizie, alle università e alle loro banche dati, e, soprattutto socializzare e intrattenere rapporti con altre persone senza spostarsi.
Da tempo questo ostacolo è stato superato grazie all’utilizzo degli screen reader, programmi che hanno il compito di “catturare” i testi presenti sullo schermo in quel momento e riprodurli tramite la sintesi vocale e il display braille.
Ma questo da solo non è sufficiente.
Proprio perché gli screen reader sono in grado di catturare il solo contenuto testuale dello schermo, spesso rilevano la grafica e le immagini ma non sono in grado di attribuirgli automaticamente un significato.
Ecco perché, per ovviare a questo problema, le immagini (siano essi su un sito web o nel feed di un social network) vanno opportunamente “commentate”, cioè abbinate in modo chiaro ad una alternativa testuale che ne descrivi il contenuto.
Un testo alternativo utile non solo ai non vedenti ma anche a coloro che, per qualunque ragione, navigano senza visualizzare le immagini (per esempio chi ha una connessione lenta e vuole navigare più velocemente).
Si pensi altresì a quei casi in cui le immagini vengono utilizzate per creare menu grafici ad icone sui siti web. Se su questi non saranno impostati i testi alternativi saranno automaticamente rese inaccessibili alla navigazione le altre pagine del sito.
Gli screen reader
Gli screen reader possono trasferire i testi presenti sullo schermo alla sintesi vocale e al display braille.
Attraverso la sintesi vocale gli screen reader inviano tutto ciò che è visibile sul monitor a uno specifico sintetizzatore che trasforma il testo e le immagini in voce.
Il display braille è l’altro dispositivo su cui lo screen reader indirizza il testo catturato dallo schermo. È uno strumento che si collega al computer e che ha sulla parte superiore una riga di aghi che si alzano e si abbassano secondo la codifica del codice Braille.
Il non vedente può quindi spostarsi sequenzialmente o saltare direttamente a quei punti (inizio e fine del testo, liste, eccetera) che lo screen reader è in grado di individuare.
Due metodi di lettura che soddisfano differenti necessità e raggiungono risultati assai diversi tra loro.
La lettura con sintesi vocale, spesso inclusa nello screen reader come optional in dotazione, ha velocità costante e, se si incontra una parola difficile da capire, si può tornare indietro e far ripartire la lettura fino a quando non si è compreso.
Col braille, invece, ci si muove in modo più simile alla lettura ottica: la velocità, le pause, le fermate possono essere regolate dal lettore e come lui desidera.
Non tutti i non vedenti però usano il braille poiché richiede un particolare sviluppo della sensibilità del polpastrello e i display braille hanno ancora un costo considerevole.
Questo sviluppo avviene solo se si apprende la tecnica di lettura del braille nel periodo della scuola elementare.
Coloro che diventano ciechi in tarda età possono imparare il braille, ma la loro lettura sarà lenta e impacciata.
Le immagini sui social network per i non vedenti e gli ipovedenti
Perseguire una “Internet senza barriere” significa creare siti web adatti alle persone con disabilità, con una struttura facile da navigare a livello di strutturazione dei contenuti e dei testi.
Superare quelle barriere che si incontrano spesso in Internet e che rendono i siti web solo parzialmente comprensibili. Come ad esempio dei contrasti insufficienti di colori, la mancanza di scalabilità e l’alternativa testuale alle immagini.
Un impegno richiesto a chi crea e gestisce un siti web o un social network per fare in modo che questi funzionino al meglio con gli screen reader e possano dunque essere utilizzati dai non vedenti e dagli ipovedenti.
In linea con la legge di riferimento, la cosiddetta Legge Stanca, ovvero la Legge 9 gennaio 2004, n. 4 “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”.
Ma poiché ciascuno di noi oltre a consumare contenuti li può anche produrre e questi sono sempre più visuali, è nostro dovere, quando ad esempio postiamo sui social network, dare il nostro contributo.
Normalmente descriviamo i nostri contenuti visivi con una didascalia.
Ma da quanto detto, questo rende impossibile per le persone non vedenti usufruire di questi contenuti ed interagire e relazionarsi con gli stessi.
Ecco perché ci viene data sempre più la possibilità di inserire un testo alternativo che potrà essere letto da questi reader quando un utente visualizzerà quella foto.
Funzionalità ad esempio presente per le immagini sia su Instagram (da un paio d’anni), su Twitter e recentemente anche su Facebook.
Ad oggi non ancora disponibile per i video.
In realtà Facebook sviluppò un paio d’anni fa la descrizione automatica delle immagini basata sull’Intelligenza Artificiale, ma non sempre offre un risultato ottimale.
Ecco perché è stata data la possibilità all’utente che pubblica l’immagine di modificare il testo alternativo da questa proposto.
Ma vediamo come.
Come aggiungere il testo alternativo su Facebook
Su Facebook la prima cosa da fare è creare un post e, una volta che lo si è riempito di tutti i contenuti, pubblicarlo normalmente.
Solo successivamente sarà possibile aggiungere una descrizione personalizzata.
Per fare ciò clickiamo o facciamo tap sull’immagine appena pubblicata (con tap si intende toccarla rapidamente sullo schermo touch screen).
In alto a destra selezioniamo il cosiddetto menu hamburger (le tre linee) e dalle diverse voci a schermo selezioniamo “Modifica il testo alternativo”.
Nella schermata che appare vedremo il testo generato automaticamente dall’Intelligenza Artificiale.
Qui potremo scegliere di aggiungere un testo descrittivo realizzato da noi che vada a sostituire quello creato automaticamente.
Come aggiungere il testo alternativo su Instagram
Su Instagram, a differenza di Facebook, è possibile aggiungere il testo alternativo alle proprie foto sia in fase di pubblicazione che successivamente.
In fase di pubblicazione si dovrà selezionare “Impostazioni avanzate”.
Una volta che ci viene presentata la schermata delle Impostazioni Avanzate, come ultima voce è presente “Scrivi testo alternativo”.
Clickandoci sopra, si aprirà la schermata per poter scrivere il testo alternativo.
Dopo aver scritto il testo, si può procede con il tasto “Salva” in alto a destra e continuare ad aggiungere dettagli al post o pubblicarlo direttamente.
Se invece la foto è già stata pubblicata, basterà selezionare il post e clickare il menu hamburger (i tre puntini in verticale) per aprire il menù relativo al post.
Nel menu a tendina che si apre, scegliere “Modifica”.
Il post entrerà quindi in modalità di modifica.
Oltre alle opzioni solite, in sovrimpressione alla foto, oltre al classico “Tagga le persone” sarà presente anche una la voce: “Modifica il testo alternativo”.
Clickandoci sopra, si sarà portati ad una schermata dove poter scrivere tranquillamente il testo che si ritiene descriva meglio la foto pubblicata.
Dopo aver scritto il testo descrittivo, si potranno salvare le modifiche al post.
Come aggiungere il testo alternativo su Twitter
Su Twitter, in fase di creazione di un tweet, è possibile selezionare l’opzione +ALT sovrimpressa alla foto.
Dalla schermata presentata sarà possibile inserire una descrizione per la foto da postare.
Le possibilità dunque non mancano e innegabilmente il progredire delle tecnologie di Intelligenza Artificiale hanno permesso ai social network di diventare più inclusivi, accessibili anche ai non vedenti e agli ipovedenti.
Ma anche noi potremo contribuire a un Web senza barriere, un futuro sempre più inclusivo, divertente e coinvolgente per tutti quanti.
Ricordiamolo al prossimo post che vorremo pubblicare.