Prova a cercare il tuo nome e cognome si Internet. Cosa troveresti? E se lo facessero i tuoi figli cosa troverebbero su di te e/o su loro stessi? Ecco, questo è il tuo Personal Branding.
Nel momento in cui decidiamo di esporre la nostra immagine e le nostre opinioni sui Social stiamo costruendo la nostra reputazione (“Social Reputation“).
La nostra influenza sul Personal Branding e la Social Reputation dei nostri figli
Ma se l’immagine è quella di nostro figlio o di un parente stretto le cose si complicano.
La legge, cosi come la Convenzione sui diritti del fanciullo del 1989, vieta la circolazione di foto/video di una persona senza il suo esplicito consenso.
Se chiamati in Tribunale ci sarà intimato dal giudice di rimuovere immediatamente questi contenuti e, a partire dall’ordinanza del Tribunale di Roma del 23 dicembre 2017, pagare una multa.
Ciò nonostante un fenomeno abbastanza diffuso (e pericoloso se gli account non vengono opportunamente configurati in termini di privacy) continua ad essere lo sharenting ovvero la condivisione da parte dei genitori di ciò che riguarda i propri figli nelle diverse fasi della vita.
Lo smartphone sempre a portata di mano per immortalare i momenti di felicità e pubblicarli immediatamente.
Questo porterà le future generazioni social a trovare, a distanza di anni, foto pubblicate in Rete a loro insaputa. Momenti dell’infanzia che forse avrebbero preferito non pubblicare sui Social, a loro comunque inaccessibili fino ai 14 anni.
Parlando di minori inoltre, un altro impatto da non sottovalutare è poi l’adescamento in Rete (child grooming). E con questo i possibili foto-montaggi che potrebbero trasformarsi in materiale pedo-pornografico ed essere condivisi su siti di questa tipologia.
E in ambito professionale?
Le cose non cambiano se ci spostiamo invece in ambito professionale.
In tal caso con il termine “Social CV” si intendono tutte quelle informazioni che abbiamo scelto di condividere liberamente con il mondo, anche attraverso i Social.
Informazioni facilmente e istantaneamente reperibili da chiunque, persone addette alla selezione e gestione del personale comprese.
Basti pensare che più del 93% dei responsabili delle risorse umane utilizza i Social per la selezione dei candidati più idonei (indagine annuale di Jobvite)
Infine, se decidiamo di mettere in atto delle vere e proprie strategie per promuovere noi stessi, le proprie competenze e la propria professionalità allora si parla di “Personal Branding“, alla stregua appunto di un brand.
«Quello che la gente dice di te, una volta che sei uscito dalla stanza».
Jeff Bezos, fondatore di Amazon
Come tenerli sotto controllo
Tenere sotto controllo quanto viene reso pubblico su di noi o i nostri familiari (non solo da noi stessi ma soprattutto da altri) è possibile.
Uno strumento molto utile è Google Alert: E’ sufficiente inserire il proprio nome e cognome nel campo ricerca per vedere cosa è pubblico su Internet (sul globale o all’interno di categorie come ad esempio blog, notizie etc ). Prestando attenzione ai casi di omonimia, avremo una fotografia di quali pagine Internet ci menzionano e possiamo anche configurare di avvisarci via mail (appena possibile, una volta al giorno o una volta a settimana) quando veniamo menzionati.
Il modo migliore resta comunque quella di limitare l’accesso alle proprie informazioni, tenendo ben distinti i profili professionali (contenente solo le informazioni di carattere lavorativo) da quelli privati (la cui visione è strettamente limitata alla cerchia di amici).
Infine stai sempre attento a quello che pubblichi, agli argomenti che tratti e soprattutto controlla attentamente il livello di privacy dei tuoi account (ovvero chi può vedere cosa).
È pur vero che possiamo sempre cancellare post e foto/video ma non sappiamo chi potrebbe averli copiati/usati nel frattempo dunque, come è risaputo, tutto ciò che si pubblica in Rete è per sempre.