Le nostre case sempre più connesse alla Rete e automatizzate (Smart Home). Questo è possibile grazie a prodotti e devices di domotica utili e facili da installare (anche in autonomia). Tenuti sotto controllo tramite app o tramite comandi vocali.
Con il fine ultimo quello di migliorare la qualità della vita, aumentare la sicurezza e ridurre i costi di gestione.
Videocamere, termostati, sensori di movimento, smart home speaker, luci intelligenti, elettrodomestici connessi, bambole, pannolini smart, la ciotola smart per i nostri amici a quattro zampe.
Veri e propri maggiordomi dell’era digitale, dispositivi intelligenti in grado di interagire con le persone e con l’ambiente circostante, grazie all’Intelligenza Artificiale (AI), registrare suoni, girare video e collegarsi a Internet.
Quello che sembrava futuro è realtà.
Diamo i numeri
Pochi giorni fa si è tenuto un interessante convegno organizzato dall’Osservatorio Internet of Things (IoT) della School of Management del Politecnico di Milano, “Smart Home: dove c’è IoT, c’e casa”.
La casa, uno degli ambiti più dinamici dell’IoT.
Un mercato che presenta tassi di crescita tra i più elevati: in Italia nel 2019 si è registrato un +40% rispetto al 2018, per un valore di 530 milioni di euro.
E la Privacy?
Ma proprio perché questi oggetti sono in grado di raccogliere, elaborare e comunicare dati e informazioni di diverso genere (dalla voce alle password, fino ai gusti, alle preferenze e alle abitudini della famiglia) presentano possibili rischi per la protezione dei dati del consumatore.
Il 40% dei consumatori italiani ha in casa almeno un oggetto smart.
Cresce la capacità di utilizzare funzioni avanzate.
Ma il 54% è preoccupato per i rischi privacy e sicurezza informatica.
Appena acquistato il dispositivo e a fronte di aggiornamenti verifichiamo le impostazioni di default in merito alla raccolta, trasmissione e trattamento dei dati da questo raccolti.
Spesso infatti vengono rilasciati con autorizzazioni elevate per consentire una migliore profilazione a fini commerciali.
Accertiamoci per ogni soluzione che sia esplicitato l’utilizzo corretto, trasparente e lecito di quei dati personali necessari per ogni specifica finalità (e limitato a questi).
E se possibile, cerchiamo di non intorpidire il nostro cervello appoggiandoci alla tecnologia anche per questioni molto banali.