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Phubbing, quell’emozione sospesa tra vita reale e realtà virtuale

Tecnodipendenze rappresentata nella foto family del progetto Removed di Eric Pickersgill
Tempo di lettura - 2 minuti

Si chiama phubbing, termine nato dalla fusione delle parole “phone” (telefono cellulare) e “snubbing” (snobbare), e si riferisce all’atto di ignorare o trascurare il proprio interlocutore in un contesto sociale concentrandosi sul proprio smartphone.

A chi non è mai capitato di essere fuori a cena e vedere chi, con il capo chino sul proprio smartphone, è intento a mandare messaggi, consultare i Social, fare ricerche o ingannare solo il tempo con qualche gioco preferendo di fatto il virtuale al reale? Strappati via dal momento che si sta vivendo, nel silenzio di chi ci è fisicamente vicino. Soli seppur in compagnia.

Il progetto Removed di Eric Pickersgill

Acquisire consapevolezza su questa cruda quanto vera realtà che ci aliena sempre più impedendoci di instaurare rapporti sociali reali.

Questo il messaggio che vuole trasmetterci l’americano Eric Pickersgill con il suo progetto Removed.

Progetto nato in una mattina qualunque, mentre Eric, stando seduto in un caffè di New York, ha osservato con attenzione il comportamento di una famiglia al completo seduta accanto al suo tavolo.

I membri della famiglia sono scollegati l’uno dall’altro. Non parlano molto. Padre e due figlie hanno lo sguardo perso sullo schermo dei loro smartphone. La mamma sceglie di lasciarlo in borsa. Lei guarda fuori dalla finestra, triste e sola, in compagnia della sua famiglia, così vicina. Papà alza gli occhi ogni tanto per comunicare qualche notizia pescata on-line. Nessuno risponde. La mamma decide anche lei di tirare fuori il suo telefono.

Foto rigorosamente in bianco e nero. Scene di vita quotidiana in cui quegli stessi smartphone sono stati rimossi per darci evidenza di quella che ormai è una vera e propria dipendenza. Mani vuote, espressioni spente, a rappresentare emozioni sospese se non addirittura relazioni interrotte.

Quanto ne siamo consapevoli? Quanto tutto questo ci rende realmente connessi alla nostra vita?
Prova ora a distogliere lo sguardo dallo schermo del tuo telefono e torna a guardarti intorno curioso, a guardare negli occhi chi ti sta parlando e a dare valore al tuo tempo. Potresti sorprenderti.

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Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

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