Impossibile credere che esista ancora qualcuno che non sappia cosa sia un meme (attenzione alla pronuncia, è /miːm/).
Infatti i meme di Papa Bergoglio imperversano in Rete dopo che lo scorso 31 dicembre, in piazza San Pietro, ha reagito stizzosamente nei confronti di una fedele che lo ha strattonato.
Non sono mancate le scuse ufficiali fatte da Bergoglio la mattina successiva. Confessando di aver perso la pazienza e di avere come tutti le proprie debolezze.
Ma ormai la Rete si era scatenata, alimentando ironie, prese in giro sui social network e immagini diventate subito virali.
I meme di Papa Bergoglio
Il gesto è ormai divenuto un cult dei meme, virale a tal punto da diventare de facto il primo meme del 2020. Ha scatenato una vera e propria meme mania.
Un copione che si ripete visto che già l’anno scorso il Papa aveva reagito con stizza davanti a una donna che aveva cercato di baciare il suo anello papale.
“Da Urbi et Orbi a Botte da Orbi il passo è breve” scrive qualcuno su Twitter.
“Sta mano po esse fero o po esse piuma“, la battuta di Brega nel film Bianco, Rosso e Verdone.
Dalla scena cult degli ‘schiaffi in stazione’ in Amici Miei a una ‘hall of fame’ di tutti i picchiatori più iconici di sempre (da Bud Spender e Terence Hill a Hulk Hogan, per poi arrivare a Bergoglio e Chuck Norris).
Di cosa si tratta
Meme, deriva dal Greco e significa “ciò che viene imitato”.
“Singolo elemento di una cultura o di un sistema di comportamento, replicabile e trasmissibile per imitazione da un individuo a un altro o da uno strumento di comunicazione ed espressione a un altro”
Treccani
Celeberrimi pattern formati da immagini e parole. Caratterizzati da un effetto a catena che genera consenso e condivisioni a macchia d’olio, raggiungendo rapidamente i canali social di milioni di persone in tutta la nazione o, se ancor più fortunato, in tutto il mondo.
Per smentire l’accusa secondo la quale i meme violerebbero i termini di Copyright è stata approvata a inizio 2019 la controversa direttiva dell’Unione Europea. Direttiva che entrerà in vigore solo nel 2021 e che dunque ci porta ad attendere fino ad allora per scoprire come l’Italia la applicherà con una sua legge.
Così come un meme diventa facilmente virale, è anche più facile che cada presto nel dimenticatoio.
Non però se si tratta di meme memorabili.
Non se anziché essere un intrattenimento innocuo viene usato da governi, candidati politici e attivisti in tutto il mondo per influenzarci.