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Oziofobia, la paura di staccare la spina

oziofobia
Tempo di lettura - 2 minuti

L’oziofobia ovvero la paura del non fare niente nella convinzione di dover sfruttare al massimo il tempo in un vortice di produttività.

Ma cosa succede quando cominciano le vacanze e ci troviamo improvvisamente a fare i conti con l’ingente quantità di ore libere a disposizione?

Mentre c’è chi conta i giorni che lo separano dalla partenza, non vedendo l’ora di godere il meritato riposo, per alcuni le vacanze possono trasformarsi in un incubo: stati d’ansia da inattività, nervosismo, disagio, difficoltà a rilassarsi, paura di perdere tempo, senso di colpa per paura di sentirsi inutili, l’impressione di perdersi qualcosa.

L’oziofobico, chi è il soggetto a rischio

Per l’oziofobico “il dolce far niente” non è contemplato.

La sua giornata, anche se di vacanza, deve essere piena di cose da fare.
Un’agenda fitta di impegni, affinchè si inneschi in lui l’illusione della produttività ed efficienza e negli altri un’immagine di uomo di di successo.

L’importante è fare qualcosa nella società del “faccio quindi sono”.
Quello che gli esperti hanno chiamato busy bragging, una tendenza pericolosa che ci spinge a fare sempre di più, per sentirci delle persone migliori.

Dove si deve puntare sulla quantità degli obiettivi raggiunti piuttosto che sulla qualità dei risultati.

Terrorizzati dal vivere un tempo “vuoto”, “sprecato” a fare nulla.

Quel tempo in realtà necessario, come confermato piú volte dalla scienza, per autorigenerarsi e ricaricare le energie del corpo e del cervello quotidianamente sottoposti a fatica.

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Foto di Vidar Nordli-Mathisen su Unsplash

Oziofobia e smartphone

Ti siedi, dovresti rilassarti e goderti il momento ed invece, dovendo trovare al piú presto qualcosa da fare, prendi lo smartphone in mano per tuffarti nel mare del virtuale, in vere e proprie sessioni di social scrolling compulsivo.

Quel mare che, innescando ad ogni like e notifica il sistema dopaminergico della ricompensa, ti tiene fermo nella stessa posizione per delle ore, inconsapevole del tempo e della vita reali che scorrono.

Improvvisamente isolato e solo.

Sottoponendo comunque il tuo cervello a uno sforzo di attenzione per gestire il continuo flusso di dati e informazioni che ricevi dallo smartphone.

Per evitare sopraggiungono anche le sensazioni ed emozioni negative causate dalla “paura di essere tagliati fuori” dalla vita social (FOMOFear of Missing Out).

Come gestire l’oziofobia

Il rimedio all’oziofobia sembrerebbe essere l’ozio stesso, riappacificarci con la noia e scegliendo un benessere qualitativo piuttosto che quantitativo.

Sradicando l’ideologia sociale che noia e ozio siano sinonimo di fallimento.

Che non fare nulla significhi sprecare tempo.

Avvalendosi anche della disconnessione.

Che lo si faccia tramite il Dopamine Fasting (digiuno di dopamina intermittente), ovvero l’isolamento dal mondo e da qualsiasi stimolo/soddisfazione per 24H in modo da stimolare la creatività, la Digital Detox, il Minimalismo Digitale o il Me Time poco importa.

Quindi stacca la spina, inserisci in agenda degli appuntamenti quotidiani con te stesso, dei momenti di vuoto in cui limitarti ad osservare e sentire l’ambiente che ti circonda ma soprattutto le tue emozioni e i tuoi sentimenti. Godendoti il “qui e ora“.

E se possibile non farne una stories Instagram!

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Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

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