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Neuralink. Ascolteremo musica attraverso un chip nel cervello

neuralink musk
Tempo di lettura - 4 minuti

Due anni fa, l’imprenditore Elon Musk aveva presentato la società Neuralink, che aveva fatto parlare di sé per l’idea del “computer craniale”.
Una società impegnata nel campo della ricerca tecnologica applicata alla neuroscienza che si occupa di sviluppare interfacce neurali impiantabili in grado di mettere in comunicazione il cervello umano e un computer.

Chi è Elon Mask

L’eclettico Elon Musk, secondo molti il nuovo Steve Jobs, è il genio che ha:

  • co-fondato Paypal;
  • l’obiettivo di offrire auto elettriche a prezzi accessibili al consumatore medio per promuovere l’utilizzo di fonti rinnovabili e non inquinanti con Tesla;
  • rivoluzionato il settore spaziale con SpaceX avendo l’obiettivo di creare le tecnologie per ridurre i costi dell’accesso allo spazio e permettere la colonizzazione di Marte;
  • ispirato la figura di Iron Man nel film della Marvel;
  • proposto un trasporto di superficie superveloce da oltre 1.000 Km/h (con Hyperloop) e una rete di tunnel sotterranei (di The Boring Company)

Il progetto Neuralink

Questa volta l’obiettivo ambizioso dell’imprenditore sarà la possibilità di sottoporre le persone a veri e propri aggiornamenti (update), un po’ come oggi avviene con i dispositivi (ad esempio il nostro smartphone).

Aggiornamenti che porterebbero con sé quanto necessario per contrastare l’effetto di patologie come epilessia, Parkinson, ansia, depressione e le conseguenze di alcuni traumi impattanti sul sistema nervoso.

La cura di malattie neurodegenerative è in realtà solo il primo passo: l’obiettivo finale è l’ibrido uomo-macchina per contrastare la “obsolescenza tecnologica-funzionale” dell’essere umano.

«Non accadrà che improvvisamente Neuralink si trovi ad avere un laccio neuronale che controllerà i cervelli della gente. In definitiva, voglio raggiungere una simbiosi con l’intelligenza artificiale. E anche in uno scenario benigno, gli esseri umani non saranno lasciati indietro»

Elon Musk

Già da tempo i ricercatori di mezzo mondo sono all’opera per cercare di intercettare e di ripristinare gli impulsi chimici ed elettrici con cui comunica il sistema nervoso centrale, ma l’impresa è ovviamente ardua.

Già dal 2013 la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), l’agenzia del dipartimento della difesa statunitense, porta avanti progetti per la scansione ad alta risoluzione del cervello dei soldati.

Inizialmente per creare interfacce che permettessero ai soldati feriti e mutilati in battaglia di riprendere una vita normale con delle protesi avanzate.

Attualmente per consentire a un soldato perfettamente capace di interagire hands-free con sistemi d’arma autonomi o semi-autonomi, e in futuro, con sistemi d’arma controllati da una intelligenza artificiale (AI).

Nuova presentazione ad agosto

È previsto per il prossimo 28 agosto un nuovo evento legato a Neuralink e la curiosità è tanta.

Ad accrescerla è bastato un tweet dello scienziato informatico Austin Howard in cui ha chiesto a Musk se un giorno potremo ascoltare la musica direttamente attraverso un’interfaccia cervello-computer, come sarà quella di Neuralink. Musk ha risposto con un secco “sì”.

La musica trasmessa direttamente al cervello attraverso un chip potrebbe dunque diventare realtà.

E l’impianto di questo chip avverrà attraverso un’operazione che, secondo Musk, non differirà molto dalla chirurgia laser oculare.

Neuralink sta anche cercando personale, tanto che Musk ha detto: “Il motivo principale di questa presentazione è per la ricerca di persone da assumere.”

Il collegamento cerebrale fra uomo e macchina

Il progetto Neuralink prevede un tipo di innesto per collegare mente e computer flessibile e miniaturizzato, che riduca il rischio di danni celebrali.

Caratterizzato da 3 parti principali:

  • Una sonda ultrasottile composta da una matrice di fili sottili biocompatibili contenente gli elettrodi e un sensore per amplificare e acquisire un segnale. Fili flessibili più sottili di un capello umano, che hanno meno possibilità di danneggiare il cervello rispetto ai materiali usati attualmente dalla scienza.
  • Per maneggiare questi fili, un robot che consente l’inserimento rapido e affidabile delle sonde, con la supervisione di un neurochirurgo, interrompendo la vascolarizzazione nella piccola area di inserimento per evitare gravi problemi nella fase di installazione.
  • Un chip in grado di leggere, ripulire e amplificare i segnali neuronali in modo più efficace, sebbene per il momento possa trasferire i dati collezionati solo attraverso una connessione cablata che usa una porta USB-C. Il chip è formato anche da sensori di temperatura, accelerometro e magnetometro, sensori di cui al momento non si conosce la loro utilità nel progetto.
neuralink chip

Il futuro sarà quello di demandare la trasmissione dei dati a una tecnologia wireless, e anche questa è in corso d’opera e con tanto di nome. Il chip si chiamerà “N1 sensor” ed è progettato per essere inserito all’interno del cervello e trasmettere i dati tramite una connessione senza fili, che però può inviare meno dati rispetto alla soluzione USB. Ecco perché in Neuralink si sta pensando di impiantare quattro di questi chip, tre nelle aree motorie del cervello e uno in quella sensoriale, che si occupa di ricevere gli stimoli sensitivi del tatto.

I dati saranno inviati a un dispositivo esterno che comunicherà con uno smartphone consentendo di interagire tramite un’app.

I test in corso

Al momento, Neuralink sta ancora testando i suoi sistemi sui ratti e non ha ancora iniziato il percorso che la condurrà all’ottenimento dei permessi da parte della FDA  (U.S Food and Drug Administration).

Tuttavia, durante le interviste alla fine della presentazione, Musk si è lasciato sfuggire: “Una scimmia è stata in grado di controllare un computer con il suo cervello.”

I primi esperimenti con pazienti umani saranno effettuati con l’aiuto dei neuroscienziati dell’Università di Standord: “Speriamo di avere un paziente umano entro la fine del prossimo anno”, ha detto Musk.

Un grande passo avanti per chi soffre di gravi patologie che gli vietano di comunicare con il mondo esterno.

Un grande passo per trasformare in realtà quanto mostrato nella serie Black Mirror.

I nostri pensieri potrebbero essere così monitorati facilmente? Si potrebbero caricare nelle mente degli utenti pensieri e ricordi?

[AGGIORNAMENTO del 29 Agosto 2020: la diretta streaming di ieri notte, la “demo dei tre porcellini”, non ha mostrato grandi novità rispetto alle precedenti dimostrazioni del progetto di un impianto cervello-computer della Neuralink.

Si è passati da un impianto esterno da installare dietro l’orecchio che comunica all’esterno tramite una porta usb a un piccolo wearable impiantato, “un fitbit nel cranio con dei fili” che comunica via wireless.

Si è dimostrato di essere in grado di registrare una serie di informazioni associate all’attività cerebrale (e questa non è una novità) ma manca ancora una soluzione in grado di interpretare questi segnali e trasmettere ordini e informazioni al cervello.

Siamo ancora ai primi passi e la strada sembra ancora lunga]

neuralink demo tre porcellini

Immagini collegate:

Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

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