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gen z mareen san
Tempo di lettura - 5 minuti

I ragazzi della cosiddetta Generazione Z, in breve Gen Z (o anche iGen o Post-Millennials), nati tra la seconda metà degli anni Novanta e il primo decennio del secondo millennio, sono considerati i nativi digitali per definizione.

I primi infatti ad essere cresciuti con pieno accesso alla Rete e alle nuove tecnologie, iperconnessi e multimediali, cresciuti in un continuo bombardamento di informazioni (quella che Luciano Floridi, nel suo libro La quarta rivoluzione, chiama infosfera) di cui sanno valutare velocemente qualità e quantità (in media in 8 secondi).

Gen Z: pro e contro

Tra le caratteristiche che differenziano i ragazzi della Gen Z, soprattutto dalla generazione precedente, quella dei Millennials (o generazione Y), troviamo il fatto che siano:

  • esperti nella navigazione in Rete, dove usano una comunicazione che predilige video e immagini ai testi;
  • più distaccati dei Millennials dai social media, che usano in modo diverso e preferendo selezionare una cerchia più ristretta di persone con le quali condividere le proprie esperienze;
  • molto attenti alla privacy (soprattutto sui Social), alla salute e all’ecosostenibilità;
  • intraprendenti, autonomi e ambiziosi;
  • con un forte approccio pragmatico e risolutivo ai problemi (orientato alla rapidità più che all’accuratezza);
  • incuranti della diversità che considerano la nuova norma, e come tale non riconosciuta affatto come diversità;
  • pronti a sperimentare nuovi corsi e modalità di apprendimento (come le piattaforme multimediali o le app in grado di coinvolgere tramite il gioco, come il coding per imparare il pensiero computazionale e la programmazione).
  • alla scoperta di nuovi mestieri, mai immaginati prima, che li vedano come promettenti imprenditori (come quello di influencer, anche baby influencer se l’età è molto bassa, di youtuber e di streamer per citarne alcuni).

Dall’altra parte gli adulti si interrogano sulla loro iperconnessione e di come questa possa incidere negativamente sul loro benessere psico-fisico:

  • ansia, depressione e disturbi alimentari dovuti alle aspettative comportamentali ed estetiche che gli altri hanno su di loro e che quotidianamente sono giudicate sui social network (il sé sociale, l’idea che gli altri si fanno di loro basandosi su ciò che postano sui Social);
  • deficit dell’attenzione e iperattività;
  • scarsa percezione del loro corpo;
  • ridotta capacità di regolare le emozioni poiché prediligono esperienze di vita in gran parte virtuali, poco fisiche.

Sicuramente ogni generazione ha i propri pro e i propri contro. Quello che è certo è che anziché continuare a parlare di loro dobbiamo riprendere a parlare con loro, per capirne bisogni e difficoltà ed essere per loro un supporto.

Questo mi ha spinto a portare avanti un progetto in cui credo molto e che mi vedrà in ascolto dei ragazzi della Gen Z, per imparare da loro, per capirli e, se necessario, aiutarli.

La prima voce della Gen Z è quella di Marina Sanna, in arte Mareen San.

Una ventenne piena di grinta, entusiasmo e dalla risata contagiosa che ha accolto con gioia la mia proposta di raccontarsi.

Mi accompagnerà, con i suoi disegni, in questo viaggio tra le opportunità e i rischi della Rete, offrendoci il suo punto di vista.

Le ho chiesto di iniziare da due minacce diffuse e che, da quanto anche emerso dall’Osservatorio Indifesa 2020 durante il recente Safer Internet Day, sono quelle più temute dai ragazzi della Gen Z, dopo la droga e la violenza sessuale.

osservatorio indifesa infografica rischi web

Revenge porn

Mi viene semplice esprimere quanto sento in merito al fenomeno del revenge porn tramite i miei disegni quindi è da uno di questi che inizierò.

Con la speranza di trasmettervi quello che potrebbe provare la vittima.

what causes revenge porn in the psyche
Disegno di Mareen San

Il mio obiettivo è sensibilizzarvi affinché non compiate mai un atto così irrispettoso nei confronti di una persona con la quale avete avuto una relazione sentimentale.

Invitandovi, qualora non siate i protagonisti di questo vergognoso atto, a non agevolare la diffusione di materiale intimo e privato.

Astenetevi sempre da giudizi, soprattutto nei confronti delle vittime.

A maggior ragione se la vittima è una donna per la quale, spesso, ci si lascia andare a facili etichette e a una vera e propria gogna mediatica.

Dobbiamo tutti ripartire dal fatto che ognuno di noi, restando nel lecito, è libero di fare ciò che ritiene più giusto per sé. Anche in amore e nella sessualità, così cambiati con l’avvento del digitale.

Lo scambio di foto o video intimi (fenomeno noto come sexting) può far parte di una relazione e questo non autorizza in alcun modo l’utilizzo di questo materiale per finalità e destinazioni diverse per le quali sono stati scambiati. Né tanto meno per arrecare un danno.

Danno che, come i fatti di cronaca ci dimostrano, può incidere non solo sulla vita sociale e psicologica della persona ma anche, illegittimamente, su quella professionale.

against revenge porn
Disegno di Mareen San

Credo ci sia tanta ipocrisia e trovo incredibile che, nel XXI secolo, la donna debba ancora lottare per vedere riconosciuti I suoi diritti.

Siamo passati dal “se l’è cercata” al “doveva aspettarselo”, cercando di normalizzare ciò che non è normale. E a dimostrarlo è il fatto che sia finalmente riconosciuto come reato.

Quindi mi chiedo e vi chiedo: una società così maschilista, ipocrita e perbenista dove ci potrà condurre?

Cyberbullismo

Il cyberbullismo è un fenomeno purtroppo assai diffuso tra gli adolescenti e sicuramente un argomento delicato.

Se provo a mettermi nei panni del bullo, credo che tra i fattori scatenanti ci sia sicuramente un mancato insegnamento dell’accettazione del diverso.

Diverso che viene erroneamente visto come sinonimo di debole e potenziale vittima.

Questo porta alla continua ricerca di chi, all’interno del gruppo scolastico o della cerchia di amici, non rientra in quello che si considera “normale”. Il capro espiatorio da colpevolizzare, una persona vicina al gruppo ma in qualche modo ritenuta diversa (es chi studia molto o chi ama vecchi fumetti).

cyberbullismo
Disegno di Mareen San

Pensando all’ambito scolastico mi viene in mente quanto in una classe si vorrebbe andare tutti d’accordo ma non ci si riesce. Sarà il ”nemico comune’,’ l’odio e la rabbia verso la sia diversità, a creare l’unione cercata. Tutti uniti contro quella persona, per sentirsi migliori e più forti, accettati dagli altri.

Un film che consiglio di vedere, ad adulti e ragazzi, è ”L’onda” di Dennis Gansel, adatto ad approfondire i meccanismi, spesso inquietanti, che si possono creare all’interno dei gruppi: il rapporto con le regole e con l’autorità, il senso di appartenenza a una cultura, la più o meno tolleranza nei confronti della diversità.

Ma in tutto questo non si pensa mai alle conseguenze psicologiche sulla vittima. Come i fatti di cronaca ci hanno dimostrato non si parla solo di depressione ma, nei casi più gravi, la vittima si infligge un vero e proprio isolamento sociale per poi vedere come unica via di uscita il suicidio.

Contrastare il fenomeno è possibile. Sensibilizzando sì i ragazzi ma rivolgendosi anche a genitori e insegnanti. Saranno loro a dover mettere le basi e collaborare per insegnare l’educazione digitale e far sì che non ci sia più distinzione tra “normale” e “diverso”. E saranno sempre loro, con un’attenta osservazione, a dover cogliere i segnali di allarme, anche i più piccoli.

Chi è Mareen San

Ciao! Mi chiamo Marina Sanna, in arte Mareen San.

Sono nata a Genova nell’anno 2000 quindi, secondo la classificazione delle generazioni, faccio parte di quella chiamata Generazione Z, la prima generazione nativa digitale.

mareen san

Dovrei in poche righe dirvi chi sono. Una domanda non semplice visto che credo che la vita sia una continua scoperta di noi stessi.

Ad oggi posso limitarmi a delineare la parte di me che ho conosciuto e che, anche con il digitale, espongo al pubblico.

Sicuramente sono una ragazza socievole e solare, piena di sogni e di aspirazioni, sia per la mia vita privata che quella professionale.

Sempre pronta a mettermi in discussione e accogliere con grinta le sfide che si presentano.

Per il resto, dovrà raccontarvelo chi mi conosce o chi crede di conoscermi.

Tutti i miei studi sono da sempre rivolti al settore artistico, dall’arte figurativa alla musica e scrittura.

Grazie a un progetto didattico ho realizzato un blog che, oltre a mostrare il portafoglio dei miei lavori, è diventato anche uno spazio virtuale con la sezione eventi (perlopiù concerti) e gli spazi dove raccontarvi di me, con foto, poesie e track musicali.

Cosa mi aspetto dal futuro?  Riuscire a trovare un lavoro che possa darmi l’occasione di esprimermi e mettere in pratica le competenze acquisite nel tempo.

Ed è proprio per questo che accolgo con gioia la possibilità di partecipare al blog ConsapevolMente Connessi, così attento agli usi, e abusi, del mondo digitale.

Se vuoi conoscermi come artista e musicista o sei disponibile a una collaborazione non esitare a contattarmi!

Consigli di lettura

Titolo: “La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo”

Autore: Luciano Floridi
Casa editrice: Raffaello Cortina Editore

Immagini collegate:

Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

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