Abbiamo conosciuto TikTok come l’app di riferimento della generazione Z, molto apprezzata anche dai bambini. A seguire sono arrivati gli adulti, i personaggi famosi e, alla fine, addirittura qualche politico.
Un successo ancor più in crescita durante questo periodo di emergenza sanitaria.
Da sempre ci si interroga in merito alla tutela della privacy in questo social network.
Dove eravamo rimasti
Ci eravamo lasciati lo scorso gennaio con una lettera inviata dal Garante per la privacy italiano, Antonello Soro, al Comitato europeo per la protezione dei dati personali (European Data Protection Board, EDPB).
Soro chiese che la questione venisse posta all’attenzione del Comitato durante la riunione plenaria prevista per il 28-29 febbraio scorso. E propose che fosse istituita una task force europea per indagare eventuali rischi privacy legati a TikTok.
Purtroppo questa emergenza sanitaria ha richiesto una revisione delle priorità con cui trattare gli argomenti ma è notizia di queste ore che finalmente l’EDPB si è pronunciato in merito.
L’EDPB si pronuncia in merito a TikTok
L’EDPB infatti, durante la sua ultima sessione plenaria, ha risposto all’eurodeputato tedesco Moritz Korner (Renew Europe) sul social network cinese.
Ha ricordato di aver già emesso “linee guida e raccomandazioni che dovrebbero essere prese in considerazione da tutti i responsabili del trattamento di dati“.
Ha inoltre ribadito che il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) si applica anche a soggetti non stabiliti nell’UE “quando le attività di trattamento dei dati sono correlate all’offerta di beni o servizi a persone all’interno dell’Unione“
Il segnale concreto però è la costituzione di una task force per acquisire maggiori informazioni sul trattamento dei dati da parte di TikTok.
Con il potere di coordinare potenziali provvedimenti contro l’azienda ByteDance (proprietaria di TikTok) in caso di mancato rispetto del GDPR.
Nello stesso documento, la EDPB ha espresso la sua opinione sul Clearview AI, software usato delle forze dell’ordine per il riconoscimento facciale. Secondo l’EDPB, tale servizio “non è probabilmente coerente con il regime di protezione dei dati dell’UE” e ha annunciato un lavoro sul tema.
L’Unione Europea ha finalmente deciso di cogliere i segnali d’allarme provenienti da tutto il mondo e proseguire la sua attività di tutela della privacy degli utenti.