Un pugno allo stomaco, violento e inaspettato. Questa la sensazione con cui lascia “Infernet“, un film sociale che, in modo crudo e realista, vuole denunciare i rischi del Web.
Vittime sia i ragazzi che gli adulti che, forse perché impreparati e inconsapevoli, possono ritrovarsi nel terreno insidioso del Web con un solo click, dove il dictat sembra essere quello di usare la rete come mezzo per far del male agli altri, con conseguenze che potrebbero essere addirittura drammatiche.
I giovani spesso non distinguono tra reale e virtuale e pensano di essere sempre in un videogioco. Il web non va demonizzato ma nelle mani di una persona cattiva può diventare letale.
Giuseppe Ferlito – regista
I personaggi di Infernet
Ecco dunque quattro ragazzi, insaziabili di emozioni forti che riescano a distoglierli da una vita monotona. Emozioni che provano solo in branco compiendo atti di bullismo e cyberbullismo, di stupro, di pirateria informatica e omofobia.
Intorno a loro tutti gli altri: un prete amorevole (Remo Girone) accusato ingiustamente di pedofilia come ripicca al suo sostegno agli extracomunitari; il padre di uno dei ragazzi (Ricky Tognazzi) che rovina la sua vita e quella della sua famiglia a causa del poker online; tre giovanissime ragazze che con la prostituzione minorile ricattano i clienti; un attore cinico (Roberto Farnesi) che adesca ragazze minorenni online per scopi sessuali; genitori assenti, inconsapevoli o impreparati di fronte alla verità delle cose.
Dove vedere il film
Proiettato in 40 sale il 28 aprile 2016, il giorno prima dell’Internet Day, il giorno in cui si celebrarono i 30 anni dalla prima volta che il nostro Paese si è connesso a Internet.
Premiato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2015 con il Green Movie Award con questa motivazione: “Per aver affrontato con incisività e rispetto i temi più attuali e scottanti legati al mondo della rete, coniugando in modo armonico gli aspetti sociali e l’attenzione per l’ambiente anche attraverso la produzione eco sostenibile del film”.
Inserito, proprio per la sua valenza sociale, nel circuito Agis Scuola dove ogni anno ne viene promossa la diffusione nel catalogo “Film per le Scuole” che indica tutti i film adatti alla visione in ambito scolastico di ogni ordine e grado.
Disponibile gratuitamente su RaiPlay.
Conclusioni
In alcuni tratti si vorrebbe pensare a una esagerazione cinematografica se non fosse per le notizie di cronaca che confermano questo uso improprio di Internet.
E quando non resta che domandarsi se tutto ormai sia perduto ecco arrivare un messaggio comunque positivo e di speranza: è possibile distinguere la realtà dalla virtualità, è possibile utilizzare Internet senza correre rischi, è possibile salvare una vita grazie a Internet, è possibile diventare educatore di bambini, affinché non commettano gli stessi errori, anche se in passato si è stati vittime della rete.
Ma è necessario fermarsi, per far sì che gli errori diventino insegnamenti, fermarsi per conoscere se stessi, fermarsi perché, come dice il personaggio di Remo Girone nel film, citando il filosofo francesce Paul Ricœur, “abbiamo corso così tanto che è giunto il momento di fermarci, per consentire alle nostre anime di raggiungerci”.