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Il GPS per aiutare le persone con autismo

gps autismo
Tempo di lettura - 3 minuti

Il GPS è indispensabile in quelle patologie, quali ad esempio autismo e Alzheimer, che portano le persone che ne sono affette a non riuscire ad orientarsi in autonomia nell’ambiente circostante.

Mantenere i contatti con questi soggetti a rischio e riuscire a localizzarli più in fretta in caso di emergenza è fondamentale.
Solo così sarà possibile ridurre concretamente il rischio di scomparsa.

Come non ricordare Iuschra Gazi, la bambina di 11 anni affetta da autismo scomparsa (e mai ritrovata) nei boschi di Serle, a Brescia.

Il progetto di Cervelli Ribelli e Fondazione Vodafone

È questo che ha spinto Gianluca Nicoletti, presidente di Cervelli Ribelli nonché giornalista per La Stampa e scrittore, a riunire ricercatori e finanziatori per studiare un localizzatore.

Un dispositivo GPS che ridurrà il rischio di scomparsa e incidenti delle persone con autismo. Senza farli rinunciare a momenti all’aria aperta e a occasioni d’inclusione.

L’interesse di Nicoletti è dovuto in particolare alla sua esperienza diretta con l’autismo, del quale è affetto suo figlio Tommaso.

Il ragazzo è il simbolo di questo nuovo grande progetto grazie alla rubrica “In viaggio con Tommy”. Un progetto che porta le testimonianze del ragazzo e del genitore.

Un dispositivo che in realtà potrà dare un grande contributo anche nel supporto di persone con altre patologie, come l’Alzheimer e similari.

«Tra le angosce più dolorose che appesantiscono ogni giorno della vita di chi abbia in carico un figlio autistico prevale l’idea che possa trovarsi solo e perduto in un mondo ostile e irriconoscibile. Conosco per esperienza personale questa preoccupazione e avevo da anni il proposito di contribuire alla realizzazione di un dispositivo elettronico specifico, per compensare la tendenza di perdersi da parte di persone variamente disposte nello spettro autistico, con diversi livelli di autonomia, consapevolezza, capacità cognitive. Finalmente, anche grazie al supporto di Fondazione Vodafone che da subito ha creduto nel progetto, vedo la possibilità concreta di realizzare il primo vero ‘ausilio tecnologico’ studiato appositamente per dare maggiore sicurezza di movimento e quindi facilitare l’autonomia e l’inclusione sociale delle persone autistiche».

Gianluca Nicoletti

Dalla partnership affermata tra Cervelli Ribelli e Fondazione Vodafone è emerso un progetto ambizioso quanto assolutamente innovativo per unire le nuove tecnologie alla solidarietà sociale.

Aree di competenza coinvolte nel progetto

A portare avanti il progetto un team multidisciplinare poichè diverse sono le aree di competenza coinvolte:

  • clinico-scientifica: stabilisce un protocollo di ricerca che abbia come obiettivi primari la valutazione degli indici di benessere delle persone che lo utilizzeranno e dell’affidabilità del dispositivo;
  • tecnologica: effettua un’analisi sistematica della tecnologia GPS esistente e lo studio di un modello adattabile alle persone con autismo;
  • design e usability: progetta un device indossabile (wearable) adatto alle persone con autismo attraverso lo studio attento di materiali, colori e aspetti ergonomici basato sulle evidenze cliniche e comportamentali.

Obiettivo dunque realizzare un dispositivo:

  • facile da indossare per persone che possono essere infastidite anche da oggetti e indumenti di uso comune (come un braccialetto);
  • efficiente nell’avvisare subito chi deve prendersene cura.

«Il fenomeno della scomparsa di persone con autismo è molto diffuso. Gli studi concordano sul fatto che si tratti di un rischio concreto che queste persone e le loro famiglie devono affrontare. Siamo felici di sostenere un progetto unico che, mettendo la tecnologia al servizio di un’esigenza reale, porterà un beneficio concreto nella qualità della vita delle persone e delle loro famiglie.
Il progetto si unisce ai tanti sostenuti dalla Fondazione in questo ambito e rappresenta un ulteriore passo avanti per garantire una sempre maggiore inclusione sociale delle persone neuro diverse»

Marinella Soldi, presidente di Fondazione Vodafone Italia

Prevista a breve la presentazione dei primi due prototipi del progetto a cui seguirà una fase di sperimentazione sul campo per perfezionare il prodotto.

I dispositivi con localizzatore GPS

Di dispositivi con localizzatore GPS oggigiorno ce ne sono di svariati tipi, dai costi contenuti. Soprattutto per varie esigenze: dai bambini, agli anziani, agli animali, ai mezzi di trasporto, etc.

Come non ricordare ad esempio l’orologio Keruve e le calzature Tikimo LiveSense.

L’utilità di ciascuno di questi oggetti/dispositivi è qualcosa di totalmente soggettivo, che dipende dalle personali esigenze e modi di vivere (e di essere) delle persone. Quindi ciò che potrebbe risultare inutile per qualcuno, potrebbe invece essere fondamentale per qualcun altro.

Ecco perché quello che è indispensabile è che sia una soluzione adattata alle esigenze di una persona.

Lo stesso Nicoletti, in una lettera aperta a colei che era Ministro della salute ai tempi della scomparsa di Iuschra, Giulia Grillo, cerca di farcelo immaginare.

Un dispositivo che oltre alla geolocalizzazione possa condividere anche informazioni sul battito cardiaco e altri parametri biologici, magari prevenire una crisi oppositiva o attacco d’ansia.
Fornito alle famiglie che ne hanno diritto e imposto per legge quando il soggetto fragile esce da casa. Senza trascurare certo gli aspetti di privacy.

Quello che è sicuro è che siamo di fronte a un’altra occasione per sviluppare tecnologie dedicate alla tutela dei soggetti maggiormente a rischio.

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Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

4 commenti su “Il GPS per aiutare le persone con autismo”

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