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Il contratto familiare per regolamentare l’uso dello smartphone

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Tempo di lettura - 3 minuti

Era il 2012 quando Janell Burley Hofmann, coach americana esperta di tecnologia e comunicazione, nonché mamma di 5 figli, decise di cedere alle continue richieste del figlio Greg 13enne e di regalargli un iPhone per Natale.
A corredo del regalo un contratto di utilizzo costituito da 18 regole per regolamentare l’utilizzo dello smartphone. Contratto che il figlio dovette firmare prima di cominciare a utilizzare in modo consapevole, responsabile e moderato il regalo.

Gli obiettivi del contratto erano tre.
Il primo era responsabilizzare il bambino/ragazzo rendendolo consapevole che usare lo smartphone richiede le stesse competenze e cautele necessarie a utilizzare un motorino.
Il secondo era informare il bambino/ragazzo dei principali rischi legati a un uso non corretto dello smartphone e segnalargli una serie di condotte improprie.
Il terzo era definire regole chiare e condivise relative all’impiego dello smartphone e all’accesso ai dati in esso contenuti, in modo da evitare discussioni future.

Queste regole nel momento stesso in cui furono pubblicate in rete da Huffington Post diventarono virali, rispondendo a un bisogno dei genitori che evidentemente non sanno come mediare l’utilizzo incontrollato di questo dispositivo da parte dei ragazzi.

«Mi ero illusa di proteggere mio figlio dalla tecnologia, ma il divieto di possedere il telefonino non gli aveva impedito di utilizzarlo. In compenso, aveva impedito a me di insegnargli a farlo. Tra le due cose c’è un’enorme differenza.»

Janell Burley Hofmann

Da questo la successiva pubblicazione del libro “iRules: Come educare figli iperconnessi“, presto bestseller negli Stati Uniti.

Il patentino digitale

L’attenzione a questo argomento è alta anche in Italia, perché è ormai innegabile che un uso improprio dello smartphone (e di Internet in generale) ha impatti sulla socialità della famiglia e, soprattutto, può rivelarsi molto pericoloso per i più piccoli.

Se per lo scooter ci vuole il patentino, perché non dovrebbe valere lo stesso per lo smartphone?

Le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ci dicono infatti che il livello di pericolosità non è poi così diverso: se gli incidenti stradali sono la principale causa di morte degli adolescenti, la seconda causa di morte è il suicidio, spesso legato a eventi che proprio nello smartphone e nei social media trovano l’elemento scatenante. E se prendiamo i dati relativi ai soli motorini, la situazione si ribalta: in Italia nel 2015 sono morti per incidenti su scooter poco più di 100 persone, mentre i giovani o giovanissimi morti per suicidio sono quasi 500, di cui almeno un quarto per motivi in qualche modo connessi all’esperienza dei media digitali: dal cyberbullismo al sexting.

L’ideale sarebbe un patentino digitale, come quello per lo scooter, obbligatorio per tutti. Ma ovviamente questo richiederebbe una legge dello Stato.

Contratto per l’uso dello smartphone o materiali informativi

Nel frattempo, per limitare i danni, un contratto e qualsiasi materiali formativo rilasciato da istituzioni certificate possono essere un valido aiuto.

Sul sito Nativi Digitali sono disponibili tre esempi di contratto – per uno smartphone senza Internet, per uno smartphone con Internet ma senza social e per uno smartphone con Internet e social – che i genitori possono scaricare liberamente e utilizzare per sensibilizzare i propri figli alle problematiche del mondo online.

E se è vero che i genitori non devono temere di fissare dei limiti è altrettanto importante che vedano nella coerenza, compresa la coerenza digitale, un elemento imprescindibile per vedersi riconoscere quali genitori autorevoli.

I ragazzi hanno bisogno di sentirsi dire “no”, ma lo accolgono e lo apprezzano solo quando è motivato. Se, invece, il “no” proviene da una voce autoritaria, che non spiega, c’è il rischio che si apra un’opposizione senza dialogo.

Ben vengano dunque le regole se nascono da un dialogo genitori-figli, se sono condivise e modificate secondo le esigenze e le abitudini della famiglia. E soprattutto se sono rispettate da tutti i componenti della famiglia.

Consigli di lettura

Titolo: “iRules. Come educare figli iperconnessi”

Autore: Janell Burley Hofmann
Casa editrice: Giunti

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Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

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