Era il 1962 quando Hanna e Barbera immaginavano nel cartone animato “I Pronipoti” (The Jetsons), ambientato un secolo dopo (nel 2062), che le case sarebbero state iper tecnologiche.
Lo specchio retrofuturista de “Gli Antenati” (The Flinstones)
Dopo più di mezzo secolo, quante delle loro invenzioni sono oggi realtà?
Erano gli anni del programma spaziale americano di John F Kennedy quando si sognava di correre sulla luna.
Dei libri di fantascienza di Asimov, Bradbury, Clarke, Heinlein, Herbert, L’Engle, LeGuin.
Delle serie TV o dei film del genere sci-fi, come “Strega per amore” (I Dream of Jeannie), l’originale “Lost in Space” e “Star Trek”.
La sitcom venne trasmessa per la prima volta in Italia a partire dal 7 novembre 1964 e sicuramente in molti ricordano i protagonisti, la famiglia Jetson, durante il Carosello nelle réclame degli elettrodomestici dell’azienda Girmi.
«Distinto nella tradizione della fantascienza dal fatto che è un raro tentativo in questo genere che riesce effettivamente a prevedere il futuro»
Jeffrey Tucker, economista americano – It’s a Jetsons’s World: Private Miracles and Public Crimes
I protagonisti de “I Pronipoti”
George Jetson, il capofamiglia, lavora alla fabbrica di astronavi del Signor Cosmo G. Spacely, un nanetto severo e irascibile.
Jane, sua moglie, decisa ed energica, controlla la vita familiare.
Hanno due figli: Judy, stereotipo di teeneger più preoccupata dei propri vestiti che dei compiti di scuola, ed Elroy, il primo della classe, un genio nelle materie scientifiche.
Rosie, il robot casalinga, è un modello fuori produzione, ma i Jetson le sono troppo affezionati per rottamarla.
Infine, Astro è il cane di famiglia, un danese pasticcione ma amatissimo da tutti, e anche il piccolo Orbitry che diventa il migliore amico del danese.
Come era rappresentato il futuro
Il mondo in cui si svolge vorrebbe essenzialmente essere una parodia del presente: astronavi al posto di automobili, robot che svolgono i lavori di casa, alieni, ologrammi, letti dotati di sveglie parlanti, condomini altissimi per sollevarsi sopra lo strato di smog, la pillola robotica che viaggiando nel corpo è in grado di mostrare le immagini sullo schermo, il turismo spaziale e molto altro.
George leggeva il giornale sulla TV in salotto, Judy parlava in videoconferenza dalla sua cameretta col fidanzato, Jane cucinava in un forno a microonde iper moderno (dove era sufficiente premere alcuni pulsanti per avere in un attimo tutti i tipi di cibo) e chiamava il figlio Elroy per la cena con una sorta di cellulare (il piccolo aveva un’antenna sul berretto) e una volta rincasato il bambino guardava la TV sull’orologio da polso (non ricorda lo smartwatch?) e studiava su un computer/televisione, mentre il cane Astro faceva una passeggiatina fuori dalla casa-astronave su un tapis roulant (diffusosi in America solo a partire dal 1968). Inoltre, la cameriera della famiglia Jetson era un robot e George si faceva controllare dal medico con una risonanza magnetica (nata solo dopo il 1970).
Ma il futuro che in parte era stato immaginato con “I Pronipoti”, un futuro in cui avremmo lavorato poco, tutto sarebbe stato perfetto, lucido e automatizzato, nascondeva una sottile vena satirica.
George, seppure lavorasse circa nove ore alla settimana, non era contento del suo lavoro. Così come Jane, che doveva solo premere alcuni pulsanti perché le macchine facessero tutte le faccende domestiche (avendo anche lei un Roomba!), si lamentava di tutte le faccende che deve fare.
Cosa si è realizzato
Il 2062 oggi non è poi così lontano. E alcune innovazioni tecnologiche hanno migliorato le nostre case e la nostra vita.
Certo, non abbiamo ancora ad esempio le macchine volanti e i jetpacks (sebbene negli anni non siano mancati comunque annunci su modelli funzionanti), ma la smart home è realtà, proprio come nelle abitazioni di Orbit City, del resto.
E per quanto non facciano ancora parte della nostra realtà quotidiana possiamo sicuramente affermare che è alto il numero di tentativi già compiuti.
“I Pronipoti” hanno contribuito all’idea di Futuro di due o tre generazioni di telespettatori.
E se per alcuni è stata utopia del progresso per altri si è trattato di distopia del controllo.
Cosa è certo è che alcune di quelle innovazioni tecnologiche oggi non sembrano più remota fantascienza e che la nostra visione del futuro è nuovamente cambiata.