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Forever Young: per crescere c’è sempre tempo

forever young film
Tempo di lettura - 4 minuti

Come riuscire a venire a patti con l’età che avanza? Questa la domanda che risuona per tutto il film Forever Young di Brizzi. Uno dei temi più caldi della contemporaneità in cui non si sa più quali siano i nuovi trenta e ci si sente in dovere di sentirsi giovani anche se nonni.

«Dentro ogni persona anziana c’è una persona più giovane che si sta chiedendo cosa diavolo sia successo»

Terry Pratchett

In scena le vicende di un gruppo di amici “diversamente giovani”. Tutti alla ricerca di apparire, con un fisico perfetto e alla ricerca spasmodica della giovinezza perduta.

La trama di Forever Young

Giorgio è un quasi cinquantenne, responsabile di un’importante emittente radio, che convive con una fidanzata che potrebbe essere sua figlia.

Diego è un dj ultracinquantenne, dipendente di Giorgio, che deve fare largo ad un millennial youtuber agguerrito e forte dei suoi milioni di “mi piace”.
La sua sveglia, prima del rituale scricchiolio del collo, sono i Supergrass con l’iconico Alright, sebbene non manchi anche una versione di un altro brano, quello degli Alphaville, che dà il titolo a quest’ultimo film di Fausto Brizzi.

forever young diego dj

Angela è una 48enne divorziata che, un po’ a sorpresa, si ritrova coinvolta in una relazione con un 19enne spinta dalla sua amica cougar sempre a caccia di toy boy nelle discoteche per portarseli a casa.
Salvo poi scoprire prima di scoprire che il ragazzo è proprio il figlio della amica.

Franco infine è un avvocato ultrasessantenne iperattivo che pratica tutti gli sport in maniera ossessiva, in perenne corsa contro il tempo che passa nonostante i problemi di salute.
A differenza del genero Lorenzo, che agli sport preferisce carbonara e amatriciana. Sarà necessario l’arrivo del nipote per farlo riflettere e valutare se rallentare.

Ad accumunare questi baby boomer di mezza età è l’incapacità di accogliere l’età che avanza e una grande paura di invecchiare e da qui l’inseguimento dell’estetica e di stili di vita giovanili tipici del periodo adolescenziale (fenomeno dell’adultescenza, secondo il neologismo entrato a far parte del linguaggio comune).

Ossessionati dalle loro debolezze e limiti, sia a livello professionale che personale.

Incapaci di accogliere quello che la vita, nonostante l’età matura, può ancora donargli.

Messi di fronte a chi, seppur cinquantenne, è in pace con sé stesso.

Come Stefania, la fisioterapista di cui Giorgio si innamora.

forever young giorgio

La parola al regista

«Questa volta è bastato guardarmi intorno: i “Forever Young” sono ovunque.

Non esistono quasi più gli adulti, esistono i giovani e i “finti giovani”.

Quest’epoca sarà ricordata per l’estinzione dei nonni, degli zii, delle mamme e dei papà. O perlomeno per la loro trasformazione. Mia nonna mi avrebbe adottato, oggi la nonna di mia figlia va a pilates il lunedì, a yoga il martedì, al cinema con le amiche il mercoledì che costa meno, il giovedì guarda una serie tv con il secondo marito, il venerdì va a cena con un tipo che la corteggia, il sabato organizza un brunch e la domenica forse mi tiene la bimba un paio d’ore. Forse.

Appartenendo alla categoria dei finti giovani (l’aggravante è che in Italia resti un “giovane regista” quasi in eterno), posso permettermi di prenderla in giro. E posso anche non cercare necessariamente il lieto fine come spesso ho fatto nelle favole romantiche precedenti.

È il mio primo film di satira di costume, direi quasi una commedia all’italiana se il termine non fosse abusato. Certamente, lo dico sottovoce e senza voler fare paragoni, avevo in testa i risiani “Mostri” e “Il sorpasso” quando scrivevo con Martani e Falcone.

I “Forever Young” sono irrecuperabili, disposti a tutto, si annidano nei circoli sportivi, nelle discoteche, nei centri commerciali. Li riconosci facilmente: sono vestiti e si comportano da giovani.

Ecco, i giovani. Il film è pieno di giovani veri. Anzi, credo che il pubblico principale del film sia proprio composto dai figli di questi “Mostri” che potranno finalmente ridere dei loro genitori.

Avrei potuto intitolarlo “GIOVANI contro FINTI GIOVANI” se non avessi già abusato del conflitto in alcuni titoli precedenti. E poi “Forever Young” per la mia generazione è un logo immediatamente evocativo. Qui la hit degli Alphaville è rigenerata da Nina Zilli che ha cantato una versione rarefatta e, secondo me, modernissima.

Ho provato a fare un film colorato, buffo, pieno di personaggi e canzoni (un po’ vintage e un po’ di oggi) e di giocare con un cast nuovo per me, anche un po’ in controfase rispetto ai cast omologati ai quali ho anche contribuito in passato. È il primo film dai tempi di “EX” che sento totalmente mio, nel quale mi riconosco in pieno e che non è frutto di compromessi o strizzate d’occhio al mercato. Quello che so fare e quello che sono oggi. Come regista e come finto giovane»

Fausto Brizzi

A differenza di Perfetti sconosciuti nessun intento di indagine sociologica.

Pur non avendo ricevuto i favori della critica, una commedia leggera e umoristica adatta all’intrattenimento. In linea con gli altri film di Brizzi come Notte prima degli Esami, Ex e Maschi contro femmine.

Dedicata agli eterni Peter Pan, alle Milf e alla Cougar che, sognando l’eterna giovinezza, imitano lo stile dei giovani.

Un film a cui dare il ritmo è una colonna sonora anni ’80 che dona una nostalgia vintage: l’omonimo brano degli Alphaville, in una nuova versione interpretata da Nina Zilli.

Titolo Originale: Forever Young
Genere: Commedia
Durata: 95 min
Anno: 2016
Paese: Italia
Regia: Fausto Brizzi
Cast: Fabrizio Bentivoglio, Sabrina Ferilli, Teo Teocoli, Stefano Fresi, Pasquale Petrolo, Lorenza Indovina, Luisa Ranieri, Claudia Zanella.

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Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

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