Prosegue inarrestabile la corsa di Mark Zuckerberg, che con la app Facebook Gaming intercetta i bisogni dei videogiocatori e degli streamer. Che avranno così un’altra piattaforma (oltre a Twitch, Mixer e YouTube) per poter giocare in diretta davanti al proprio pubblico virtuale.
Dopo un anno e mezzo di test nel Sud-est asiatico e in America Latina, da qualche settimana è infatti disponibile, in anticipo rispetto al previsto, la app su Android, che sarà seguita da una versione iOS (già pronta, ma verrà pubblicata solo dopo l’approvazione da parte di Apple).
Cosa è Facebook Gaming
La piattaforma consente non solo di fruire dei titoli del noto catalogo di Instant Games del social (passatempi leggeri ed estemporanei, dai giochi sportivi ai quiz, passando per i giochi di carte, quelli di logica o dei semplici puzzle games), di videogiochi, giochi, streaming video e clip, streamer e community di gioco.
Ma anche creare e condividere dei veri e propri contenuti streaming, del tipo “mordi e fuggi”, legati al mondo dei videogiochi, che potranno essere visti, sostenuti e commentati da tutti gli altri utenti.
Tutti infatti potranno “streammare” o giocare attraendo il proprio pubblico.
Perché, come recita il messaggio promozionale della campagna:
Inizia con amici e familiari, poi osserva come il tuo stream cresce mentre costruisci una community tutta tua.
Messaggio promozionale della campagna
Poiché Facebook, rispetto ai competitor, ha un ampio pubblico a cui potersi rivolgere e può contare sul suo algoritmo, che riesce a far arrivare al giusto pubblico i contenuti di cui si è alla ricerca, gli streamer più piccoli ed emergenti potrebbero incontrare meno difficoltà a essere notati rispetto ad esempio a Twitch.
«Investire nei giochi in generale è diventato una priorità per noi perché vediamo i giochi come una forma di intrattenimento che collega davvero le persone. È l’intrattenimento che non è solo una forma di consumo passivo ma intrattenimento interattivo che unisce le persone»
Fidji Simo – a capo del progetto Facebook Gaming
A ciascuno il suo
Attualmente il numero di content creator famosi presenti sulla piattaforma è esiguo. Tra questi ricordiamo Jeremy “Disguised Toast” Wang , il miglior streamer di HearthStone, e Gonzalo “ZeRo” Barrios, ex numero uno al Mondo di Super Smash Bros. Senza dimenticare l’accordo di streaming firmato con l’ ex combattente UFC Ronda Rousey.
Ogni streamer ha il suo profilo dal quale far partire immediatamente un evento in diretta.
Ogni gioco ha una sua pagina dedicata che faciliterà la ricerca dell’evento e la sua diffusione all’intento delle varie community.
Ogni utente ha la sua pagina e, come da tradizione, ha la possibilità di intervenire in diretta con commenti o vere e proprie dimostrazioni di sostegno economico tramite donazioni (“stelle”).
Il tutto separato dal normale feed del noto Social Network. Sul quale sarà comunque possibile trasmettere in diretta e modo totalmente gratuito la propria sessione di gioco utilizzando la funzione Go Live. Il tutto attraverso pochi click senza la necessità di installare strumenti aggiuntivi
Il modello di business al momento non è basato sugli annunci pubblicitari, ha rivelato Facebook. Si “limiterà” a prendersi una percentuale sulle donazioni che gli iscritti faranno ai loro streamer preferiti.
Gli utenti potranno comprare stelle per gli streamer e Facebook pagherà $0,01 per ogni nuova stella. Il tutto tramite un programma che sarà presentato nei prossimi mesi, Level Up.
La sfida è appena cominciata
Ad oggi il leader di mercato è Twitch, una piattaforma dedicata esclusivamente a questa attività. Su questa è possibile trovare i migliori streamer, le dirette dei tornei più seguiti e si ha una serie di incentivi che premiano l’ appartenenza a una community.
Facebook Gaming al momento è agli inizi e sta cercando di differenziarsi rivolgendosi non solo agli streamer professionisti ma anche ai giocatori occasionali (casual gamer) che, seppur numerosi, sono ancora distanti dall’essere una community attiva e partecipativa, per nulla fidelizzata come quella dei competitor.
Nel dicembre 2019 lo share totale di ore guardate in streaming per i videogiochi apparteneva per il 61% a Twitch e per il 28% a Youtube. Un mercato sicuramente da non perdere.
Dopo il lancio a sorpresa, la sfida è dunque aperta.