Vai al contenuto
consapevolmenteconnessi fb qrcode
Tempo di lettura - 2 minuti

Li stiamo riscoprendo nei ristoranti al posto del menu o per facilitare le prenotazioni, nei bar per collegarci alle reti Wi-Fi, per autorizzare i pagamenti con lo smartphone.

Un rafforzamento della sicurezza igienico-sanitaria, non dovendo toccare nulla, rispettando la distanza sociale, escludendo qualsiasi possibilità di contagio.

Ma anche dematerializzazione e sostenibilità ambientale.

Si tratta dei QR Code (Quick Response Code, codice a risposta rapida). Un’invenzione di una società del gruppo Toyota che risale al lontano 1994 ma che ha visto il suo primo boom solo attorno al 2010 quando tra le informazioni in essi presenti iniziarono ad esserci risorse digitali e non come siti internet, contatti telefonici, testi generici o sms.

Una evoluzione del vecchio codice a barre, nata con l’obiettivo di avere codici che potessero contenere più informazioni e che potessero essere decifrati, e quindi letti, rapidamente.

Codici da utilizzare nei molteplici touchpoint previsti dalle strategie di marketing omnichannel (dal cartello specifico al flyer, passando per il cartellone pubblicitario, lo scontrino, un adesivo ad hoc su una vetrina etc) per sponsorizzare sia prodotti che servizi.

E soprattutto accessibili facilmente tramite la fotocamera della smartphone.

Ad oggi chiunque può leggere o creare velocemente un QR code, tramite specifici servizi online gratuiti, app o funzioni intrinseche al sistema operativo di vari device.

Instagram, arrivano i QR Code

Lo stesso Instagram l’anno scorso, dopo WhatsApp e Snapchat, ha lanciato in Giappone la nuova funzione, ora distribuita su scala globale.

Un profilo Instagram Business può infatti generare il QR Code del suo profilo (sostituendo i Nametag, i vecchi codici grafici) e diffonderlo in modo semplice e veloce.

Per generarlo si dovrà:

  • premere sulla voce Codice QR del menù principale (quello la cui icona ricorda un hamburger);
  • entrare nella sezione dedicata;
  • modificare lo sfondo (a scelta tra l’uso di emoji, un selfie istantaneo o un colore);
  • salvare e condividere l’immagine del proprio codice.

Potranno così essere integrati nel proprio biglietto da visita o esposti in negozio. Per far conoscere gli orari di lavoro, far consultare il catalogo delle merci o consentire acquisti tramite Instagram Shop.

In questo modo chi interessato potrà seguire istantaneamente un utente, senza dover digitare il nome del profilo social.

Parola d’ordine: attenzione

Anche in questo caso però consiglio di usare cautela.

Questi codici infatti, in generale, non permettono di sapere a priori che informazione contengano o nascondano.

Ecco perché sapienti hacker potrebbero sfruttarli per indurre l’utente a visitare pagine web compromesse, per installare malware o sfruttare altre vulnerabilità.

Immagini collegate:

Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Il contenuto è protetto