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Educazione digitale: cos’è e perché è importante

educazione digitale
Tempo di lettura - 4 minuti

Ciascuno di noi, ogni giorno, entra in qualche modo in contatto con le novità che ci offrono le tecnologie digitali.

Che si tratti di una nuova app o di una nuova funzionalità di una app che già utilizziamo poco importa. Quello che è certo è che non ci sono più limiti agli ambiti della nostra vita che ne sono coinvolti: famiglia, casa, istruzione, lavoro, tempo libero, salute, servizi di pubblica utilità e di pubblica amministrazione.

Si punta sempre più sui dati e sull’intelligenza artificiale, vivendo immersi in quella trasformazione digitale, in atto da tempo, che porta con sé profonde implicazioni sociali, culturali ed etiche.

Educazione digitale cosa significa

Le grandi opportunità offerte dalle tecnologie digitali e dai social network sono innegabili.

Così come è innegabile che, ove non scientemente utilizzate, questi possano influire in modo non sempre positivo sul nostro benessere psicofisico e sulla nostra inclusione sociale.

L’educazione digitale e la social education nascono, e giocano un ruolo fondamentale, per dare gli strumenti e le competenze necessari a vivere al meglio queste opportunità.

Il loro obiettivo è proprio far si che ciascuno di noi abbia l’opportunità di apprendere, in modo semplice e chiaro, tutti quegli strumenti tecnologici e culturali necessari a vivere al meglio questa trasformazione.

Imparando ad utilizzarli con spirito critico e senso di responsabilità.

Spirito critico per essere in grado di valutare, con attenzione, la credibilità e l’affidabilità di quello con cui si interagisce. Che si tratti di un sito web o di una notizia, di un profilo social o di una chat/mail/SMS, di un giocattolo o di uno smartwatch.

Responsabilità perché anche noi, con il nostro comportamento, contribuiamo a questo contesto digitale e ne siamo parte attiva.

Tenendo ben presente che anche, e soprattutto, nel mondo virtuale sono valide le buone norme comportamentali. Le stesse che conosciamo e rispettiamo anche nella vita reale.

Così come dovrebbero essere valide le conseguenze (anche legali) qualora queste vengano trasgredite. Un condizionale obbligatorio vista purtroppo la lentezza con cui le norme si adeguano all’evoluzione tecnologica.

A tal fine basti pensare ai fenomeni sempre più diffusi come: cyberbullismobody shamingrevenge porn e sextortion (reati ed estorsioni a sfondo sessuale), adescamento online (noto con il termine di grooming), furto di identitàchallenge pericolose.

Perché sono importanti le competenze digitali

Durante la nostra giornata navighiamo la Rete, fruiamo di tutte le informazioni in essa disponibili e a sua volta produciamo contenuti fruibili dagli altri.

Simultaneamente produttori e consumatori di informazioni.

Questa duplicità ci impone di essere dei cittadini digitali consapevoli, dotati delle corrette competenze richieste da acquisire attraverso una formazione costante.

Una formazione efficace che dovrà:

  • non avere mai fine ed evolversi parallelamente alla tecnologia;
  • essere destinata a tutti, a prescindere dall’età;
  • essere in grado di offrire spunti di riflessione, idee e consigli pratici;
  • affiancare alla teoria dei momenti di sperimentazione e confronto.

Tipologie di educazione digitale

Ciascuno percepisce in modo diverso la digitalizzazione. A seconda dell’età, delle competenze e dell’esperienza.

Ecco perché l’educazione digitale non può essere la stessa per chiunque.

Seppur importante imparare facendo o per imitazione, basandoci sull’osservazione del comportamento degli altri o la consultazione di Internet, non è sufficiente.

Nel caso dei giovanissimi deve essere previsto un percorso formativo ed educativo idoneo a livello scolastico. Sarà dunque la scuola, lavorando in sinergia e con coerenza con i genitori e più in generale con tutta la “comunità educante”, ovvero con tutti i soggetti coinvolti nella crescita e nell’educazione dei minori, che dovrà individuare il percorso migliore.

Una scuola che deve intervenire tempestivamente fin dal primo ciclo della scuola per l’infanzia visto che già a 2 anni i bambini iniziano ad utilizzare lo smartphone e, secondo le statistiche, l’età media in cui i il bambino ne entra in possesso è intorno ai 9 anni.

Proprio per rispondere a questa esigenza, a partire da questo anno scolastico 2020-2021, l’Educazione Civica Digitale è diventata disciplina obbligatoria in tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado.

Una materia a cui andranno dedicate non meno 33 ore l’anno, soggetta a valutazioni periodiche e finali, e che verte su tre assi fondamentali:

  • Cittadinanza digitale;
  • Costituzione;
  • Sostenibilità.

Un modo per avvicinare i bambini alle tecnologie digitali e dove approfondire come utilizzare con consapevolezza e responsabilità gli strumenti digitali e i nuovi mezzi di comunicazione, non limitandosi a indicare i rischi che il digitale e le nuove tecnologie implicano.

Educazione digitale per la scuola dell’infanzia

In questa fase propedeutica si insegnano i concetti base come la conoscenza e il rispetto delle differenze proprie e altrui, la consapevolezza delle affinità e i concetti di benessere e salute.

Favorendo una prima riflessione attorno ai dispositivi digitali.

Vista l’età dei bambini, l’educazione digitale per la scuola dell’infanzia è basata prevalentemente sulla didattica ludica: fumetti, storie, la gamification e gli esercizi progressivi a complessità crescente.

Una didattica in grado di coniugare il gioco e il divertimento al piacere della scoperta, alla curiosità per i nuovi concetti.

Sono numerose le app presenti sul mercato e utilizzabili per lo scopo. Legate al mondo dei colori, della musica, delle forme, del racconto e degli animali ma soprattutto orientate a stimolare la fantasia e l’immaginazione.

Educazione digitale per la scuola primaria

In questa fascia di età occorre coniugare le conoscenze didattiche al piacere e al divertimento con quiz e giochi.

Devono essere  sviluppate le abilità logico-deduttive e la creatività.

A tal fine dunque si potranno utilizzare app  dedicate alla matematica e alla geometria, alle lingue straniere, alla scoperta dello Spazio e della Terra, ma anche alla programmazione (anche noto come coding) che portano alla creazione e realizzazione di un progetto.

Educazione digitale per la scuola secondaria

Gli studenti della scuola secondaria sono autonomi nell’uso della tecnologia. Scelgono da soli quali app scaricare e si informano a scuola, tramite la cerchia di amici, di quelle più famose ed utilizzate.

Sono sicuramente utili le app di approfondimento di argomenti scolastici, anche se spesso rappresentate esclusivamente in videogiochi (dai puzzle-game, alle avventure grafiche, finanche a giochi di ruolo).

A partire dalla scuola secondaria di secondo grado sarà possibile – ed auspicabile – inserire dei momenti di confronto sui rischi insiti nella Rete e la responsabilità della condivisione.

E per gli adulti?

Le tecnologie digitali, sebbene ormai acquisiti e di quotidiano utilizzo per i più giovani, possono rappresentare un ostacolo per chi non fa parte delle nuove generazioni.

Ma la valenza della competenza digitale per gli adulti è strettamente collegata alla possibilità di esercitare una cittadinanza digitale attiva, e nel futuro sarà sempre più determinante anche per garantire l’inclusione sociale.

Quindi indispensabile non solo collaborare nella formazione dei più giovani.

Un valido aiuto all’aggiornamento continuo sono sicuramente i libri, i blog, i forum e i gruppi, i workshop, gli eventi e, in generale, qualsiasi momento di confronto e di riflessione su queste tematiche.

Ancor meglio se corredati da momenti di condivisione con i più giovani.

Ogni occasione può essere utile per apprendere qualcosa di nuovo. L’importante è avvicinarsi alle novità digitali con curiosità e mente aperta, senza pregiudizi e timori.

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Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

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