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Deep Nostalgia: il deepfake che smuove le emozioni

deep nostalgia animation
Tempo di lettura - 4 minuti

Con Deep Nostalgia potremo sfidare, seppur virtualmente, il tempo e la morte riportando in vita il passato.

Un servizio online, a metà strada tra un gioco e un gadget tecnologico, capace di animare il volto di persone care, anche decedute, immortalato in una fotografia.

Tutto grazie a un servizio basato sull’Intelligenza Artificiale realizzato da MyHeritage, una società israeliana specializzata in:

  • test del DNA per corrispondenza, per rivelare importanti informazioni sulla storia familiare e sulle origini etniche;
  • ricerche nella produzione di alberi genealogici.

Grazie anche alla collaborazione con la startup D-ID, una società specializzata nella ricostruzione video delle fotografie tramite il deep learning.

«Questa funzionalità è pensata per un uso nostalgico, cioè per riportare in vita i propri amati antenati. I nostri video di modello non includono parlato per prevenire abusi, come la creazione di video “deep fake” di persone viventi. Utilizza questa funzione sulle tue foto storiche e non su foto di persone in vita senza il loro permesso»

MyHeritage FAQ

Deep Nostalgia: come funziona

Dopo essersi registrati, tutto ha inizio con il caricamento della versione digitale della foto che si desidera animare, dei propri cari oppure di celebrità del mondo dello spettacolo scomparse, in bianco e nero o a colori.

Nel caso di vecchie stampe di foto sarà sufficiente eseguirne una scansione tramite l’app gratuita MyHeritage.

Al massimo in 20 secondi, il volto del soggetto ritratto (non la figura intera) prenderà vita in un mini-video grazie all’utilizzo di:

  • un numero limitato di video pre-registrati per i movimenti facciali, tra i quali sarà inizialmente proposto quello che meglio si adatta all’orientamento e all’inclinazione del volto da elaborare (lasciando comunque all’utente la facoltà di cambiarlo scegliendo tra i modelli creati da MyHeritage);
  • la registrazione di movenze di attori veri, perlopiù dipendenti dell’azienda, per la gestualità.

Il video così prodotto potrà essere visto, salvato o condiviso sui social network e che, insieme alle foto utilizzate, resta di proprietà dell’utente (e MyHeritage si “limita” ad ospitarli sui propri server).

Al momento è possibile animare solo un viso alla volta, sebbene nella foto possano essercene diversi.

È la stessa MyHeritage che, per promuovere il servizio, ci mostra un eccellente risultato ottenuto con la tecnologia, riportando in vita niente meno che Abraham Lincoln:

Ad oggi sono state prodotte 62 milioni di animazioni ed è costantemente in crescita, come dimostrato anche dall’hashtag #deepnostalgia utilizzato nelle condivisioni dei propri risultati.

È prevista la sottoscrizione di un abbonamento per chi vuole avere la possibilità di creare animazioni senza limiti e senza il logo di MyHeritage in filigrana nell’angolo in basso a destra nel video dell’animazione. Diversamente, con la versione free, è previsto un periodo di prova di due settimane, un massimo di cinque immagini caricate e la presenza del logo di MyHeritage in filigrana sul video prodotto.

Deep Nostalgia e le emozioni

«Vedere i volti dei nostri antenati prendere vita in una simulazione video ci permette di immaginare come sono esistiti nella realtà e offre un nuovo modo di connetterci alla nostra storia famigliare»

Gilad Japhet, fondatore e Ceo di MyHeritage

Cosa è sicuro è che ci troviamo di fronte a una applicazione dell’Intelligenza Artificiale in un contesto fortemente emotivo.

Ben oltre le risate fatte con:

  • i deepfake, che mettono in bocca parole mai dette e fanno mostrare azioni mai compiute;
  • FaceApp, l’app per invecchiare o ringiovanire i volti nelle foto.

In questi ultimi casi ci si limita a sostituire un volto in un’immagine o un video esistente con un altro volto.

In Deep Nostalgia, invece, si applica un movimento su uno scatto fotografico.

Escludendo comunque, per volere dell’azienda al fine di prevenire abusi, la voce (tracce audio) e la personalizzazione delle animazioni.

Riconoscendo in questo modo che si tratta di una tecnologia da gestire con la massima cautela.

Come anche dimostrano gli altri esperimenti fatti per rimetterci “in contatto” con persone defunte avvalendosi della realtà virtuale.

Con risultati straordinariamente realistici ma, anche in questo caso, altrettanto inquietanti.

«Tuttavia, il risultato finale non è autentico, ma piuttosto una simulazione tecnologica di come la persona nella tua foto si sarebbe mossa e sarebbe apparsa se fosse stata ripresa in un video. A seconda del video e dell’angolazione, la tecnologia a volte deve simulare parti del corpo che non compaiono nella foto originale, come denti od orecchie, e la qualità del risultato finale può variare. Quando la persona nella foto indossa un cappello o un altro accessorio, a volte il movimento simulato funziona bene e altre volte no»

MyHeritage FAQ
deep nostalgia mission

Deep Nostalgia e privacy

Ancora una volta, come del resto è accaduto con la celebre FaceApp, siamo di fronte a un’azienda che, mentre noi ci emozioniamo, accumula innegabilmente grandi quantità di dati personali e biometrici.

E ancora una volta nasce l’inevitabile dibattito in merito alla privacy e alla sicurezza del servizio.

Sugli aspetti di privacy è la stessa MyHeritage che cerca di rassicurare l’utente:

  • “l’animazione e il miglioramento si verificano sui server di MyHeritage e né le foto né i video sono condivisi con terze parti”;
  • le foto caricate senza completare la registrazione sono cancellate automaticamente per proteggere la privacy degli utenti.

Ma resta pur sempre vero il fatto che:

  • ci troviamo di fronte al trattamento di foto di persone che non hanno di certo prestato il loro consenso.
  • per utilizzare Deep Nostalgia gratuitamente, è necessario registrarsi su MyHeritage, tramite un indirizzo e-mail e la compilazione dei dati personali, e accettare i termini e le condizioni dell’azienda, decisamente non chiare e complete.

Ecco perché anche Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la Privacy, ha consigliato di utilizzare esclusivamente foto storiche e non le proprie.

Deep Nostalgia e sicurezza delle informazioni

A livello di sicurezza, non possiamo dimenticare che parliamo di un’azienda che nel 2017 è stata vittima di un furto di dati (data breach) di oltre 92 milioni di utenti.

Dati quali indirizzi e-mail e password offuscate (con un procedimento noto come hashing che le rende di fatto inutilizzabili) ma, da dichiarazione dell’azienda, escludendo il coinvolgimento di dati inerenti carte di credito, campione di DNA e alberi genealogici, poichè archiviati su diversi sistemi con livelli di sicurezza aggiuntivi.

In realtà in molti vedono in Deep Nostalgia uno specchietto per le allodole per spingerci ad acquistare i servizi di punta dell’azienda ovvero la ricostruzione del proprio albero genealogico e i test del DNA per corrispondenza.

Servizi a ben più alto impatto privacy.

Basti pensare che per i servizi di test del DNA è stato stimato che, all’inizio del 2019, fossero già 26 milioni le persone che avevano consegnato un campione del proprio DNA ad almeno una tra Ancestry, 23andMe, MyHeritage e Gene by Gene, le principali aziende americane del settore.

In Italia nel 2018 MyHeritage dichiarò all’agenzia di stampa Adnkronos di avere 1,4 milioni di utenti italiani registrati sul proprio sito. In realtà è probabile che gran parte di loro usassero il sito solo per costruire il proprio albero genealogico e non per ottenere informazioni dal DNA.

Il futuro comunque sembra tracciato, l’Intelligenza Artificiale sta facendo passi da gigante e queste tecnologie stanno diventando sempre più disponibili e facili da usare da chiunque.

Sapremo riconoscere se ciò che vediamo è reale?

Immagini collegate:

Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

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