Dal punto di vista cognitivo e motivazionale non esiste nulla in grado di stimolare una attiva partecipazione quanto un gioco.
È proprio questo che ha determinato la diffusione della Gamification.
«Utilizzo di elementi di game design in contesti diversi dal gioco»
Deterding Sebastian – organizzatore principale del Gamification Research Network
Niente come un gioco è infatti in grado di motivare, di sfidare, di mettere alla prova, di suscitare emozioni positive e costruttive, di insegnare e di migliorare il coinvolgimento delle persone. Ma soprattutto di coinvolgere le persone a provare più divertimento e partecipazione nelle attività quotidiane o nel raggiungimento di un obiettivo attraverso il gioco.
Il coinvolgimento. Questo è l’elemento fondamentale nella progettazione di un’esperienza di gamification.
Nei giochi le persone si emozionano, creano amicizie, competono, perdono la cognizione del tempo. Sensazioni sempre più rare nelle vita di tutti i giorni.
Un errore comune è considerare la gamification come un generalista tentativo di trasformare contesti seri in contesti ludici. (Robert, 2011)
In realtà nelle applicazioni più eleganti della gamification gli utenti non si rendono nemmeno conto di quello che sta succedendo.
Elementi caratteristici di qualsiasi gioco
Il ruolo del giocatore è quello di svolgere azioni finalizzate ad una ricompensa entro i limiti stabiliti dalle regole di gioco.
Le azioni rappresentano quello che il giocatore deve fare, l’impegno che ci deve mettere, la “fatica” che deve provare per raggiungere un determinato obiettivo.
La ricompensa è il premio che il giocatore riceve alla conclusione della sua missione. I giocatori devono sentirsi soddisfatti da quello che hanno fatto. Gli sforzi che si compiono devono essere riconosciuti.
In ogni gioco esistono delle regole che sono le linee guida del gioco, vanno a definire il gioco stesso e dunque il contesto.
Come Gamificare un processo o progetto
La gamification si può applicare a campi molto diversi tra loro. Si possono trovare esempi in ambiti come: l’istruzione, il business, le app, musei, salute e benessere e molto altro.
Gli step da seguire per “Gamificare” un processo o progetto sono:
- Identificare gli obiettivi e i criteri di successo
Qual è l’obiettivo che vogliamo ottenere? È oggettivamente misurabile? È un obiettivo sfidante, né impossibile da raggiungere né troppo facile?
L’utente deve essere condotto in uno “Stato di Flow” (l’esperienza ottimale) definito da Mihaly Csikszentmihalyi come uno stato psicologico soggettivo che corrisponde alla completa immersione, della persona, nel compito. Questo stato viene raggiunto proprio quando c’è un bilanciamento tra le capacità (skills) delle persone e le sfide dettate dal compito (challenges).
Capacità troppo elevate in un contesto semplice annoiano il soggetto mentre il contrario porta ad uno stato di ansia. Quando una persona è totalmente coinvolta in quello che fa, non avrà bisogno di ulteriori ricompense o gratificazioni, poiché queste sono già date dal compito stesso, il solo raggiungimento dello scopo o del risultato finale sarà già una ricompensa.
- Capire chi sono i nostri utenti e cosa li motiva
Identificare quali sono i diversi profili degli utenti e scoprire cosa li spinge a fare una determinata azione. Una volta trovato il motivo principale per la quale i nostri utenti stanno compiendo una determinata azione, possiamo andare oltre e capire quali sono le leve giuste da muovere per incentivarli - Scegliere le meccaniche giuste
Possono essere definite 4 meccaniche di base dalla quale far risalire tutto: punti, medaglie, livelli, classifiche e ricompense. Mixandole fra loro si ottengono molteplici Game Techniques molto diverse fra loro da usare a seconda della motivazione che si vuole che si vuole stimolare - Feedback utenti e monitoraggio
Raccogliere feedback, analizzarli e usarli per capire meglio come cambiare o evolvere il sistema. Possiamo suddividerli principalmente in due tipologie: quantitativi e qualitativi (come sondaggi online o interviste one to one).
Imparare la Gamification con l’Octalysis Framework
Se desideri approfondire, ti consiglio l’Octalysis Framework, sviluppato da Yu-Kai Chou, autore di Actionable Gamification ed esperto di design comportamentale.
In particolare l’Octalysis Prime, presentato come un viaggio progettato secondo logiche di gamification, alla scoperta della gamification.
Una vera e propria comunità di apprendimento animata da centinaia di utenti provenienti da 22 paesi del mondo. Il punto di accesso al programma di formazione e mentorship guidato direttamente da Yu-kai Chou è l’iscrizione a una lista di attesa.
Un esempio: il LEGO serious play
Il LEGO serious play è un metodo finalizzato a sviluppare il pensiero, la comunicazione e la risoluzione di problemi complessi di gestione aziendale attraverso l’impiego del gioco di costruzioni Lego.
L’obiettivo è quello di favorire il pensiero creativo, la discussione e il dialogo (problem solving) attraverso attività di team building basate sull’utilizzo di mattoncini Lego per creare metafore della propria identità organizzativa e delle proprie esperienze (learn by doing).
I partecipanti lavorano attraverso scenari immaginari utilizzando i mattoncini Lego, per questo motivo questo tipo di attività viene definito “gioco serio”.
Il tutto supportati da un facilitatore certificato, una persona che ha acquisito le competenze necessarie per facilitare il processo di creazione.
È un metodo molto veloce, “agile” che impiega dalle 4-8 ore per produrre idee che normalmente servono mesi per produrre e concretizzare. Chiaramente più vogliamo definire e convalidare l’idea più il processo ha bisogno di tempo. Questo processo avviene grazie all’utilizzo di un “core process” suddiviso in 3 parti principali:
- La sfida: in base agli obiettivi del workshop il facilitatore costituisce una serie di sfide per permettere ai partecipanti di aprirsi alla riflessione e al dialogo. La scelta delle sfide organizzate dal facilitatore sono fondamentali per la riuscita del workshop.
- Costruzioni: in questa fase i partecipanti costruiscono risposte alle sfide precedentemente presentate assegnando un significato e una storia ai modellini dando quindi un senso alle metafore. Grazie al metodo “pensa con le tue mani” le persone hanno accesso facilitato alla conoscenza e alla loro esperienza.
- Sharing: i partecipanti condivido le loro storie. I partecipanti hanno l’occasione di ascoltare nuovi punti di vista. Il facilitatore effettua alcune domande strategiche sul modellino al fine di approfondire le riflessioni.