BrainControl, azienda di Siena operante nel settore HCI (Human Computer Interface), ha ben chiaro cosa significa cogliere le opportunità delle tecnologie per migliorare la vita delle persone.
La sua mission del resto è molto chiara:
«Crediamo che l’innovazione tecnologica debba innanzitutto portare un miglioramento nella qualità di vita delle persone. Ridare speranza e la concreta possibilità di interagire con il mondo esterno rappresentano per noi gli obiettivi primari della nostra ricerca continua. Le persone affette da gravi patologie che impediscono loro i movimenti più impercettibili possono tornare a comunicare con l’esterno grazie ai nostri dispositivi e software»
Mossa da questo spirito, da anni è impegnata nella realizzazione di dispositivi medici per aiutare le persone affette da gravi patologie a comunicare col mondo esterno.
Un progetto che nel 2020 ha ricevuto fondi dall’Unione Europea grazie al Programma per la Ricerca e l’Innovazione Horizon2020 e ha vinto il titolo di migliore Start Up all’interno della categoria Med Tech di B Heroes.
Le soluzioni BrainControl
La gamma di dispositivi proposta dall’azienda prende il nome di BrainControl AAC – Augmentative and Alternative Communication : strumenti e strategie per andare incontro alle necessità comunicative delle persone.
Diverse le soluzioni proposte, ciascuna adatta a persone con differenti gradi di mobilità e interazione.
Ma soprattutto in grado di ridare alle persone a cui si rivolgono la possibilità di interagire e comunicare i propri sentimenti e bisogni.
Vediamo un po’ più nel dettaglio queste soluzioni.
BrainControl Avatar
BrainControl Avatar è pensato per persone con difficoltà motorie e permette di visitare da remoto istallazioni, musei, spazi espositivi ed eventi in genere.
Viene offerta alla persona la possibilità di teleguidare in totale autonomia un alter ego robotico, regolando audio, video e altezza del campo visivo.
Un alter ego in grado di garantire un’esperienza immersiva e reale in cui è possibile anche un’interazione con le persone in loco (personificazione dell’Avatar).
Da circa un anno in dotazione in anteprima mondiale al Museo del Santa Maria della Scala di Siena per le visite da remoto.
BrainControl Sensory
BrainControl Sensory è rivolto a persone con movimenti residui volontari di qualsiasi parte del corpo (movimenti oculari, movimenti della mano, delle dita, dello zigomo, ecc.).
Una soluzione meno innovativa rispetto alla soluzione che andremo a vedere a breve ma in grado di coprire un numero maggiore di disturbi comunicativi.
Grazie a una serie di sensori (puntatori oculari, sensori di movimento, emulatori mouse) si sfruttano proprio questi movimenti residui per consentire alla persona un’interazione con il mondo esterno.
BrainControl BCI
BrainControl BCI è dedicato alle persone locked-in (totalmente immobili) ovvero affette da una malattia che inibisce qualsiasi tipo di movimento volontario, e qualunque tipo di comunicazione coi propri cari. Ma con abilità cognitive sufficientemente integre.
Persone ad esempio colpite da patologie come tetraplegia, Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), sclerosi multipla, distrofie muscolari, e chi ha subito danni cerebrali di origine ischemica o traumatica.
Una soluzione questa che consente alla persona di selezionare col pensiero le risposte alle domande semplici poste (“Come stai?”, “Ti senti bene?”) e di tradurle su un dispositivo informatico (un tablet).
Ancora lontani dunque dal riuscire a tradurre il pensiero in parole scritte, è giusto precisarlo per non creare false aspettative, ma utile per addestrare le persone a selezionare i pensieri.
Il dispositivo è un dispositivo medico CE di classe I brevettato in Italia e in attesa di ottenere la stessa certificazione in altri Paesi EU, US, Canada, Giappone e Cina.
Attualmente adottato da diversi privati e in uso presso diverse strutture pubbliche, tra cui l’Ospedale San Jacopo di Pistoia, Asur Marche, Asl Lecce, ASST Melegnano.
Nel dettaglio, ma evitando i tecnicismi, la soluzione prevede:
- un caschetto EEG da indossare e non invasivo, dotato di una serie di elettrodi e collegato in wireless con un tablet in grado di elaborare i segnali ricevuti;
- un software, basato sull’Intelligenza Artificiale e realizzato dall’azienda, in grado di interpretare e classificare le onde cerebrali generate dal movimento immaginato, traducendo i pensieri delle persone in azioni;
- un training personalizzato dove la persona impara a usare i pensieri “decodificabili”, per selezionare la risposta voluta sul dispositivo.
L’importanza del training nell’esperienza BrainControl
Il training è parte essenziale di questi percorsi con BrainControl, non solo per la persona ma anche per i suoi familiari e i caregiver.
A richiederlo non è tanto la complessità delle soluzioni quanto perché ogni situazione è differente e le variabili talmente sensibili che richiedono necessariamente una personalizzazione.
Il training è previsto sia per la soluzione BrainControl Sensory (per un periodo variabile da 1 a 2 mesi dove in circa 2 o 4 sessioni si raggiunge un’autonomia soddisfacente) che per la soluzione BrainControl BCI che richiede innegabilmente più tempo e sessioni più ravvicinate (1 sessione a settimana per i primi 2 mesi, tempo necessario per capire se il dispositivo è funzionale per la persona; a seguire la possibilità di proseguire con altre 16 sessioni nel corso dei 4 mesi successivi per migliorare l’abilità di utilizzo del sistema).
Periodo di tempo con sessioni così ravvicinate perché, senza stancare la persona, si rende necessario tenere alta la motivazione.
Il futuro del collegamento cerebrale fra uomo e macchina
Mi è stata regalata l’occasione di parlare direttamente con chi lavora e crede al progetto, per sentirlo raccontare direttamente da loro.
Persone che hanno saputo trasmettere senz’altro in modo molto chiaro ed entusiasta i valori aziendali quali empatia, propensione all’ascolto e cooperazione.
Azienda che è tra le massime espressioni delle opportunità offerte dalle tecnologie.
«La convinzione che le persone siano più importanti della tecnologia e che, grazie a quest’ultima, si possa aiutare chi è colpito da gravi patologie a riavere fiducia nella vita e una connessione con il mondo, sono i motori del nostro lavoro quotidiano. Le più sofisticate soluzioni tecnologiche acquistano un significato squisitamente umano nel momento in cui vengono personalizzate a seconda delle necessità del singolo paziente, che per noi è prima di tutto una persona con un vissuto e una storia»
Neuralink e la brain-computer interface
Non vi nego che, come anche espresso ai miei interlocutori, il pensiero è andato agli esperimenti a cui ci hanno abituato i laboratori dell’azienda Neuralink di Elon Mask e al loro utilizzo di chip cerebrali.
Come Mask aveva anticipato a inizio febbraio via Clubhouse, notizia di questi giorni è che l’azienda è riuscita a raggiungere il risultato di far giocare un macaco, di 9 anni e di nome Pager, a Pong usando solo il pensiero e grazie al chip cerebrale impiantatole. Il capitolo successivo degli esperimenti che l’azienda sta conducendo sugli animali, dopo la dimostrazione con i maiali dello scorso agosto.
In attesa dunque di vedere l’evoluzione di questi straordinari progetti, soprattutto in Italia, ritengo che sicuramente la tecnologia sembra non avere più confini e mostra la sua straordinarietà quando è messa a servizio di chi è affetto da gravi patologie oppure nel campo della neuro-riabilitazione.
Con il fine ultimo di migliorare la qualità di vita delle persone.
Una medicina delle relazioni, lontana dalla definizione di paziente e in grado di riappropriarsi del valore della cura della persona.
Utilizzando metodologie millenarie ma supportate da tecnologie moderne.
Una vision che sicuramente BrainControl ha colpito in pieno.
[ Tutte le foto dell’articolo sono di proprietà esclusiva di BrainControl ]