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Bandersnatch, il capitolo interattivo di Black Mirror

black mirror bandersnatch film
Tempo di lettura - 4 minuti

Disponibile sulla piattaforma streaming Netflix, Bandersnatch è un ennesimo capitolo scritto da Charlie Brooker e ispirato alla serie cult Black Mirror, serie che in genere dell’impatto pericoloso e inquietante che alcuni aspetti della tecnologia possono avere sulle nostre vite.

«Al posto delle realtà parallele di Matrix (il mondo ignaro degli uomini e il mondo cosciente delle macchine) Black Mirror propone un mondo interattivo fatto di realtà alternative, in cui ogni scelta compiuta apre le porte di una nuova realtà»

Bandersnatch rompe gli schemi e porta lo spettatore direttamente dentro la storia. Il film non ha una linea narrativa unica ma tante possibili: scelte da compiere, sfide da affrontare e pericoli da superare sono gli elementi fondamentali di questo film. Concetti chiave propri del mondo del videogame, su un episodio di una serie TV streaming.

Un video introduttivo, che precede l’inizio del film, spiega proprio che in alcuni momenti della storia lo spettatore/attore verrà messo di fronte a un bivio, e con il mouse o il telecomando dovrà decidere, in 10 secondi, con quale opzione continuare.

Questo formato si usava già in alcuni libri diffusi negli anni Ottanta e Novanta, conosciuti come “libro-gioco” o “librogame“. Libri “a bivi”, dove il lettore può scegliere come far proseguire la storia

Siamo nel 1984 e il protagonista, Stefan Butler, è un giovane programmatore che dopo essersi appassionato a un librogame decide di crearne una versione in videogioco. Non è per nulla facile, sia perché la tecnologia per sviluppare un gioco del genere è ancora molto rudimentale, sia perché Stefan ha un passato complicato apparentemente intrecciato alla trama del libro.

black mirror bandersnatch libro

Stefan propone la demo alla società Tuckersoft, diretta da Mohan Thakur, che ha tra i suoi programmatori il famoso Colin Ritman, autore dei principali videogiochi in voga all’epoca.

black mirror bandersnatch colin

Dopo settimane in cui lavora al videogioco, Stefan impazzisce e fatica a capire cosa sia vero e cosa no.

Lo spettatore, più o meno ogni cinque minuti, viene incaricato di prendere delle decisioni in vece di Stefan: tali scelte possono essere pressoché ininfluenti (come quali cornflakes mangiare a colazione o quale tipo di musica ascoltare) o determinanti per il prosieguo della storia.
Decisioni che dovranno essere ponderate con attenzione e che potranno condurlo al trionfo o, al contrario, al disastro.

black mirror bandersnatch scelte

Davanti a un game over sarà pur sempre possibile tornare indietro e fare una scelta diversa da quella fatta precedentemente, cambiando così il percorso e, chissà, magari anche il risultato finale. Da qui dei mini riassunti che spiegano in pochi secondi quanto accaduto fino a quel momento. Poi rieccoci davanti alla scelta da cambiare.

In Bandersnatch lo spettatore prova l’ebrezza di essere sceneggiatore, regista, montatore e anche responsabile della colonna sonora del film, attraverso una serie di scelte che si ritiene essere più o meno coerenti con quella che è l’idea personale per la storia. Si ha l’illusione di avere un vero libero arbitrio, ma questo esiste.

Non lo ha Stefan nell’episodio, in quanto le sue azioni non derivano dalle sue scelte, ma dalle nostre. E non lo possediamo neppure noi, in quanto le nostre scelte sono limitate.

Si, vi è un numero molto elevato di diverse combinazioni, ma sia i personaggi che lo spettatore iniziano ad avere il presentimento che, nonostante la propria volontà di prendere una decisione, siano guidati verso percorsi già prestabiliti.

In merito, straordinaria la metafora di Pac-Man esposta da Colin a Stefan, durante un trip di acidi, per mostrargli la vera natura del mondo:

«Si pensa che ci sia una realtà, ma sono tante, serpeggiano come radici. Quello che si fa su un percorso influenza quello che succede su un altro. Il tempo è un concetto. Si pensa che non si possa tornare indietro e cambiare le cose, ma si può. Ecco cosa sono i flashback: sono inviti a tornare indietro e fare scelte diverse; prendi una decisione e credi di essere tu a farlo, ma non è così. È uno spirito lì fuori connesso con il nostro mondo che decide cosa facciamo e noi dobbiamo soltanto assecondarlo.
Gli specchi ti fanno viaggiare nel tempo, il governo controlla le persone, le paga perché fingano di essere tuoi parenti e mette la droga nel tuo cibo e ti riprende.

Ci sono messaggi in ogni gioco come Pac-man. Sai per cosa sta Pac? P A C: program and control, lui è l’uomo del programma e del controllo. È tutta una metafora. Crede di avere il libero arbitrio ma è incastrato in un labirinto, in un sistema. Può solo consumare. È inseguito da demoni che sono nella sua testa e anche se scappa uscendo dal lato del labirinto, che succede? Torna subito dentro, dall’altro lato. Per le persone è un gioco felice, ma non lo è: è un cazzo di mondo da incubo e la cosa peggiore è che è reale e ci siamo dentro. È tutto un codice, se ascolti bene riesci a sentire i numeri. È un diagramma cosmico che detta dove puoi e dove non puoi andare»

Bandersnatch consta di cinque ore di girato totali, con 68 scelte di default e 250 complessive. Un numero sterminato (e volendo, spropositato) di alternative e di sviluppi differenti.

Si sperimenta, dunque, un proprio percorso fino ad uno dei possibili finali, salvo poi poter evitare i titoli di coda e ricominciare da un preciso aut aut precedentemente affrontato.

A seconda delle scelte fatte la storia può finire in 40 minuti o in circa due ore. E per guardare in fila tutte le scene di ogni possibile trama del film ci vorrebbero quasi tre ore. Non si può vedere su alcuni dispositivi, per esempio le Apple TV o con Chromecast di Google.

Molti gli utenti che hanno provato ha mettere in ordine tutto quello che succede (o meglio potrebbe succedere) in Bandersnatch, tramite un diagramma a blocchi.

black mirror bandersnatch opzioni

E proprio perché non voglio spoilerarvi i finali possibili, non mi resta che augurarvi buona scelta e chiedervi:

Siamo davvero noi alla fine a decidere? O in realtà siamo le pedine di qualcun altro?

Immagini collegate:

Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

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