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Bambini e tecnologie digitali: cosa fare

bambini e tecnologie digitali cosa fare
Tempo di lettura - 4 minuti

Nell’odierna iper-connessione quotidiana, anche i bambini vivono sempre più le tecnologie digitali, spesso in una vera e propria sovraesposizione digitale.
Il loro crescere “digitali” non è necessariamente un male, purché i genitori riescano ad insegnare loro come usare la tecnologia in modo consapevole e sicuro.

È frequentissimo  vedere i bambini interagire con i vari dispositivi elettronici. Lo fanno con  grande naturalezza.

L’attenzione che prestano ad essi è, in realtà, il  frutto di una sorta di manipolazione, sapientemente studiata in fase di design dalla tecnologia stessa.

Il funzionamento del sistema dopaminergico che regola il meccanismo della gratificazione tramite ricompensa non è certo un segreto.

Per spiegarlo semplicemente: quando proviamo una sensazione positiva e gratificante il cervello rilascia dopamina, anche nota come ormone della felicità, che influisce sulla motivazione e sul comportamento.
Una sensazione che il bambino, e in generale chiunque di noi, cercherà di mantenere il più a lungo possibile e di ricercarla in futuro.

Anche le tecnologie vengono disegnate tenendo conto di questo, con l’obiettivo di spingerci a trascorrere sempre più tempo nel loro utilizzo.

C’è però un rischio ovvero quello di sviluppare una  dipendenza.

L’uso dello smartphone ne rappresenta l’esempio più intuitivo visto che si usa molto semplicemente e che con un semplice tocco si posso vedere foto, video, giochi che piacciono, divertono o distraggono. Tutte queste sensazioni ci inducono ad un suo utilizzo frequente.

Va comunque detto che  la tecnologia deve essere compresa, non demonizzata. Il problema è l’abuso, non il corretto uso.

Vi sono tanti rischi, è vero, ma anche tante opportunità.

Bambini e tecnologie digitale: pro e contro

Le tecnologie digitali sono diventate per i bambini uno strumento non solo di intrattenimento ma anche educativo.

Vi sono moltissime proposte sul mercato e, ad esempio nel caso dello smartphone, la scelta delle app è fondamentale.

Devono essere adeguate all’età del bambino, dotato di giusti contenuti coinvolgenti anche a livello educativo, senza lasciare lo spettatore passivo di fronte a uno schermo.

Dovrebbero altresì consentire il gioco “dialogico” e collaborativo, poiché la pratica del co-viewing, cioè della visione condivisa, stimola la discussione e il confronto.

La tecnologia permette di:

  • arricchire e stimolare maggiormente l’esperienza di un bambino, che può dare così libero sfogo alla fantasia creatività;
  • essere un luogo di socializzazione senza confini;
  • contribuire in qualche modo al supporto di bambini con bisogni educativi speciali (BES) che necessitano di un percorso didattico personalizzato;
  • insegnare il concetto del multitasking rendendo i bambini più produttivi e veloci nella capacità dell’elaborazione delle informazioni ricevute;
  • avere a disposizione una quantità sempre più crescente di informazioni, tra le quali è indispensabile saper distinguere tra quelle vere e quelle false (fake news)
  • le opportunità offerte dalle soluzioni tecnologiche per lo smartworking, la didattica a distanza (DaD)e le videoconferenze, sempre più utilizzate e apprezzate nella quotidianità di questi mesi.

Tra i rischi, non si possono negare le ripercussioni sulla salute psicofisica, in misura diversa a seconda del tempo di esposizione. Nei bambini ancor più grave perché sono nel pieno dello sviluppo cognitivo:

  • aumento di peso e rischio di obesità infantile;
  • riduzione delle ore di sonno;
  • disturbi della vista e dell’udito;
  • un senso del limite e del tempo di attesa distorto;
  • minori relazioni sociali con i genitori e con i coetanei fino all’isolamento;
  • problemi comportamentali, soprattutto se entrano in contatto con contenuti violenti;
  • problemi di attenzione, di linguaggio, di utilizzo del pensiero astratto.

Bambini e digitale: cosa fare

È legittimo che i genitori si interroghino sul benessere digitale dei propri figli, nel pieno della loro crescita, e si chiedano  quale sia l’età giusta, quali limiti dare, quando e come intervenire.

La Società Italiana di Pediatria (SIP) ha le idee molto chiare:

  • mai lo smartphone (tablet o PC) prima dei 2 anni, durante i pasti e prima di andare a dormire;
  • limitarne l’uso al massimo a 1 ora al giorno nei bambini di età compresa tra i 2 e 5 anni e al massimo 2 ore al giorno per quelli di età compresa tra i 5 e gli 8 anni.

Ecco perché il ruolo del genitore e della comunità educante è essenziale.

È necessario  utilizzare online le stesse regole che utilizziamo nella vita reale: dalla comunicazione alla conoscenza di chi si frequenta, dal tempo dedicato a uno sport all’aria aperta a quello dedicato a un videogioco.

Gli adulti presenti nella vita del minore devono tenersi costantemente informati, trovare il tempo e il piacere di esplorare insieme al bambino la realtà “virtuale”,  parlandogli e spiegandogli quello con cui si sta interagendo.

Altresì essenziale dare loro il buon esempio e agendo con coerenza.

Dimostrare di sapersi autoregolare e resistendo, ad esempio, alla tentazione di controllare continuamente il proprio smartphone.

Digitale per bambini: le linee guida

La prima linea guida è sicuramente usare il buon senso, verificando in modo critico ogni situazione quotidiana che si presenta e adottando regole opportune.

Regole precise sugli strumenti tecnologici e sul loro uso, che non siano semplicemente imposte ma sempre accompagnate da spiegazioni semplici del perché è importante rispettarle, come:

  • non permettere mai che un bambino li usi da solo, delegando la vigilanza a funzionalità di parental control;
  • monitorare il contenuto dei media e delle app con cui viene in contatto il bambino, ben attenti che questi siano adeguati alla sua età;
  • prestare attenzione a come il bambino interagisce con essi;
  • evitare programmi frenetici e rapidi, con contenuti violenti;
  • spegnerli quando non si usano, in modo da non avere un rumore di fondo, e a partire dall’ora precedente il sonno notturno;
  • evitare la loro presenza nelle camere da letto, nei momenti dei pasti e in quelli dedicati al gioco con il tuo bambino;
  • non usarli come unico mezzo per calmare i bambini (shut-up toy) bensì trovare modi alternativi per intrattenerli e calmarli;
  • stabilire delle chiare regole familiari, rispettate da tutti i componenti della famiglia e che non si limitino solo al tempo di utilizzo ma anche al modo;
  • educare alla disconnessione consapevole (digital detox), proponendo esperienze di vita come giochi all’aperto, sport, musica, lettura di libri.

Non ultima per importanza è la partecipazione attiva alla vita del bambino, instaurando un dialogo aperto, né giudicante né sarcastico e orientato all’ascolto.

È possibile, nonostante tutto, che il bimbo commetta errori. Da essi sarà possibile trarre insegnamento, spiegando quale sia il giusto comportamento.

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Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

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