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Aumenta l’adescamento online dei minori

adescamento minori online
Tempo di lettura - 6 minuti

Ieri, in occasione della Giornata contro la Pedofilia, Telefono Azzurro ha reso noti, tra gli altri, i dati in merito all’adescamento online dei minori (fenomeno noto come online child grooming):

Sono aumentate le segnalazioni sull’abuso sessuale offline: 70,5% nel 2019 contro 67,9% nel 2018 e in aumento sono anche gli abusi sessuali avvenuti sulla rete, in particolare l’adescamento online: 9,6% nel 2019 contro il 6% nel 2018. La maggior parte delle vittime di abuso ha meno di 10 anni (47% dei casi), il 26% è compreso nella fascia di età 11-14 e il 27% ha dai 15 ai 17 anni; mentre il 74% delle vittime sono bambine (nel 2018 erano il 69%).

Ansa

In linea generale, l’adescamento di minore consiste in una manipolazione psicologica che alcuni adulti possono effettuare per indurre bambini e adolescenti a superare la proprie resistenze emotive e instaurare con loro una relazione intima, anche sessualizzata.

Il Web potrebbe innegabilmente facilitare questo tipo di manipolazione poiché permette all’adescatore (il groomer) di mascherarsi e mimetizzarsi tra le proprie vittime, celandosi dietro falsi profili social in cui l’identità virtuale è ben diversa da quella reale.

I luoghi virtuali sono quelli più frequentati dai minorenni quindi social network, messaggistica istantanea, piattaforme di gioco online, etc.

In questo periodo di emergenza causato dalla pandemia da Covid-19, la Polizia postale ha intensificato il monitoraggio della Rete, con lo scopo di scongiurare l’aumento di reati relativi allo sfruttamento sessuale dei minori online, determinato dalle misure restrittive assunte e, in particolare, la chiusura delle scuole. L’attenzione è stata dedicata soprattutto ai fenomeni correlati all’utilizzo delle piattaforme usate per la didattica online e, grazie alla collaborazione degli uffici territoriali della Specialità, sono stati individuati alcuni responsabili di intrusioni.

Polizia di Stato

Gli hacktivisti contro pedofilia e revenge porn

Sorvegliata speciale anche Telegram, la chat russa definita da Repubblica “il Far West dell’abuso su ex partner e minori”.

Sono ben 29 i gruppi Telegram dedicati alla condivisione di materiale pornografico non consensuale e minorile, per un totale di oltre 2 milioni di utenti. A rivelarlo l’organizzazione PermessoNegato.it, no-profit di promozione sociale che si occupa del supporto tecnologico alle vittime di violenza online, attacchi di odio e revenge porn.

Per contrastare il fenomeno, oltre alle inchieste giornalistiche e agli interventi della Polizia Postale, è stata lanciata una vera e propria campagna dagli hacker attivisti (hacktivisti) di Anonymous e LulzSecItalia che stanno intervenendo con un’operazione “di pulizia del web da perversi e molestatori sessuali”. Denunciando chiunque si nasconda dietro queste azioni e non dandogli tregua.

«Su Telegram esistono gruppi, persone, canali e bot che condividono materiale pedopornografico, pubblicando contenuti che mettono a serio rischio i minori e le loro famiglie. Ci sono tutti quei contenuti definiti revenge porn che mettono pubblicamente alla gogna persone, per la maggior parte donne e ragazze, che hanno condiviso le proprie foto intime fidandosi del destinatario. Per questo abbiamo deciso di lanciare l’operazione OpRevengeGram con lo scopo di contrastare questi infami criminali che celandosi dietro l’anonimato di internet si fanno beffe della società fregandosene delle possibili conseguenze che le loro azioni hanno sulle vittime»

Anonymous

Del resto non è la prima volta che si mettono in campo un’azione di “vigilantismo”, come si dice in gergo, sostituendosi alle autorità di polizia.

Come avviene l’adescamento online

Una vittima viene scelta con cura, avvalendosi di tutte quelle informazioni private che lei stessa, a volte inconsapevolmente, condivide in Rete con sconosciuti.

Per i ragazzi il numero di conoscenze virtuali e di like è sinonimo di popolarità. Eccoli dunque entrare in contatto con numerosi “amici di amici” che non conoscono direttamente nella vita reale.

Stesso discorso per i genitori che a volte condividono, sui propri profili social, immagini e informazioni dei loro figli (fenomeno noto come sharenting).

Ma se queste informazioni fossero utilizzate dagli sconosciuti in modo inaspettato e con ripercussioni negative nella vita reale? Se le immagini fossero rese disponibili in siti pedopornografici e le informazioni utilizzate per ricavare indirizzi, luoghi ed abitudini quotidiane dei nostri figli?

Secondo uno studio condotto presso l’Università di Lancashire (O’Connel R. 2003, A typology of cybersexpploitation and online grooming practice), l’adescamento online è un processo ciclico che si compone di cinque fasi ben scandite dal predatore.

Friendship Forming Stage (FFS)

Si tratta della fase dell’approccio. Il groomer, adeguatamente celato dietro un nickname e immagini scelte ad hoc per attirare l’attenzione della propria vittima precedentemente osservata, instaura un contatto. Solitamente si finge un bambino/adolescente o uno “zio” amico, effettua ripetuti contatti di socializzazione, conosce bene il linguaggio dei più giovani, condivide interessi comuni (come ad esempio musica, attori o attrici preferiti, hobby ecc) e si mostra come premuroso e attento ascoltatore.

L’avvicinamento è graduale, non punta subito all’esclusività ma getta le basi per cogliere il maggior numero di informazioni possibili.
Molto spesso chiede l’invio di una fotografia o l’attivazione di webcam per riscontrare l’età della preda ed evitare false sorprese quali i bot installati dalla polizia giudiziaria.

Relationship Forming Stage (RFS)

Si tratta della seconda fase in cui il groomer, dopo aver “rotto il ghiaccio” con la vittima, cerca di sfondare il muro della diffidenza e dell’imbarazzo creando un legame che lo porterà a ricontattarlo anche successivamente. Il predatore cerca di diventare il suo “migliore” amico ed offre alla vittima un luogo sicuro dove riversare le sue frustrazioni, i suoi dispiaceri, le sue paure. In questo modo il minorenne dichiara apertamente una moltitudine di informazioni personali che potranno essere riutilizzate dall’adescatore in modo subdolo per poter raggiungere il suo scopo criminale.

Risk Assesstement Stage (RAS)

Nella terza fase l’adescatore sonda il terreno per portare la relazione da un contesto virtuale ad uno contesto reale. Cerca di ricostruire il contesto in cui vive la vittima, rileva i possibili rischi in cui incorrerebbe qualora proponesse un incontro,  e se , anche la relazione virtuale , è di fatto esposta a ulteriori rischi quali ad esempio quello di essere scoperti da un adulto.
Alcune delle domande che rivolge potrebbero quindi essere, dove è situato il computer in casa, se i genitori sono presenti, se sta utilizzando il proprio smartphone o tablet e così via.

L’adescatore da internet offender, colui che realizza una condotta offensiva solo sul piano virtuale, diventa un pericolo reale e concreto per la vittima,  ossia un contact offender.

Esclusivity Exclusivity Stage (ES)

Nella quarta fase, quando l’adulto è sicuro di non correre il rischio di essere scoperto, scava nell’intimità della vittima facendo in lui affiorare le sue fantasie e i suoi desideri. Inizia l’approccio più intimo che sfocia ben presto sul piano sessuale e volto a carpirne anche una compatibilità amorosa, mostrandosi alla vittima come l’unico in grado di soddisfarlo. La vittima è ovviamente incitata a tenere segreta la loro relazione.

Sexual Stage (SS)

Si tratta dell’ultima fase, quella in cui si compie l’abuso sessuale ai danni del minorenne. L’abuso può consumarsi in due modalità diverse: la prima attraverso un incontro personale che può sfociare in una congiunzione carnale più o meno violenta, la seconda anche solo virtualmente con lo scambio di materiale pedopornografico o l’interazione di webcam chat in cui vengono praticati atti di autoerotismo.

È proprio in questo momento che i ragazzi corrono il rischio di scambiare immagini, anche a sfondo sessuale esplicito, o di incorrere nella richiesta di un incontro offline. Le stesse immagini, i video o i testi inviati dalla persona minorenne, possono in seguito essere utilizzate in forma ricattatoria nel caso di un eventuale rifiuto nel continuare il rapporto online o nell’avviare una vera e propria relazione sessuale offline.

La prevenzione

Tutto questo accade tante volte sotto gli occhi ignari dei genitori, che spesso non si rendono conto di ciò che stanno vivendo i figli.

La prevenzione è certamente l’arma più efficace. È fondamentale che i ragazzi si sentano liberi di confrontarsi con genitori e insegnanti anche sugli argomenti quali affettività e sessualità.

Devono sentirsi ascoltati e compresi.

Gli deve essere spiegato, in maniera calma, tranquilla e soprattutto non giudicante, le diverse modalità con cui possono essere adescati. Fargli capire che le cose non capitano solo agli altri, ma anche a noi.

Senza spaventarli e incentivare la “paura dello sconosciuto”.

Internet è un mondo in cui poter interagire con persone nuove e diverse da noi. Vanno aiutati a proteggersi sul web scegliendo con cura chi frequentare online, a riflettere e fargli capire che questi adescatori sono molto presenti online.
Stabiliamo o condividiamo (a seconda dell’età dei ragazzi) modi di comportarsi che devono essere rispettati, per assicurare un utilizzo non pericoloso di Internet e smartphone.

Saper riconoscere i segnali

La prevenzione potrebbe non essere sufficiente. I ragazzi potrebbero sentirsi troppo colpevoli per aprirsi, o non rendersi conto di essere vittime di un abuso. A questo punto il saper riconoscere tempestivamente la situazione a rischio diventa cruciale. Ecco alcuni segnali possibili:

  • Uso eccessivo del computer o dello smartphone, fino a tarda notte e in modo nascosto, minimizzando, o cambiando pagina rapidamente quando si viene scoperti;
  • Nervosismo e aggressività quando non si può usare il computer o lo smartphone;
  • Comportamento improvvisamente più sessuato: nel modo di fare, di vestirsi e nel linguaggio;
  • Auto-isolamento, perdita della comunicazione con gli amici e i famigliari. La vita “reale” perde importanza;
  • Regali ricevuti da qualcuno al di fuori dalla consueta cerchia di amicizie, come per esempio vestiti, accessori, smartphone.

Se sei un adulto e sospetti di trovarti di fronte a un caso di adescamento di minorenni online: 

  • rivolgiti il prima possibile alla Polizia Postale ad altri presidi di Polizia (Questura, Commissariati di Polizia di Stato o Caserme dei Carabinieri). 
  • tieni traccia di tutti i contatti intercorsi, salvando le conversazioni anche attraverso gli screenshot delle chat;
  • se percepisci un rischio per il benessere psicofisico delle persone minorenni coinvolte è bene rivolgersi ad un servizio di supporto psicologico anche passando per una consultazione presso i servizi territoriali di riferimento (Consultori Familiari, Servizi di Neuropsichiatria infantile).

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Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

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