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L’anima gemella sulle app di dating

dating app
Tempo di lettura - 4 minuti

Il fenomeno dei siti e delle app per incontrare persone online è esploso dopo il 2000, con la nascita di due grandi colossi del dating internazionale come Meetic e Tinder.

Meetic, Badoo, Tinder, Lovoo, Once, Bumble, OkCupid, Grindr, Planet Romeo, Wapa. C’è solo l’imbarazzo della scelta.
Alcune dedicate solo agli incontri occasionali, altre per la ricerca dell’anima gemella oppure quelle dedicate a chi vuole organizzare incontri extraconiugali, alcuni per specifici orientamenti sessuali o fasce d’età.

C’è chi ancora li considera spazi virtuali frequentati da persone in cerca di incontri fugaci . In realtà, le storie d’amore e le amicizie reali o virtuali nate da una semplice chat, sono milioni in tutto il mondo.

Si stima che in sia in Italia che a livello globale, circa una relazione su tre nasce proprio su un’app di dating.

I più timidi possono vincere le proprie insicurezze, imparando ad aprirsi ed affrontando la paura di esporsi in modo graduale.

Quelli più estroversi hanno un’opportunità in più per fare nuove conoscenze.

Per tutti, una fonte di stress dovuto all’ansia di ottenere un match, di scriversi in chat, di gestire più match contemporaneamente, del primo appuntamento, del ghosting (comportamento per cui chi ci ha mostrato interesse improvvisamente sparisce).

Lo slow dating

Ma anche il mondo del dating sta evolvendo, così che l’idea di esplorare una sfilza di profili, come si trattasse di un catalogo di volti, con pochissimi secondi per decidere se cliccare like o swipe, ossia per accettare o bocciare per sempre una possibile conoscenza, non sembrerebbe più così invitante.

swipe up
Foto di Hello I’m Nik 🎞 su Unsplash

Un lento passaggio dall’era di binge-dating, ovvero della scorpacciata di appuntamenti, a quella dello slow-dating il cui motto è andarci piano, rallentare, sia nello scegliersi online che nel conoscersi offline.

Evitando in tal modo l’effetto Netflix, quello descritto da alcuni come il “choice overload“, ossia un sovraccarico da eccesso delle opzioni disponibili.
Oppure il “Fobo“, ovvero la “Fear of better options“, il paradosso della troppa scelta. La continua ricerca di quella che potrebbe essere l’opzione migliore, che magari non è stata ancora individuata. Responsabile della permanenza sulla app di dating e il manifestarsi di atteggiamenti sempre più impulsivi e superficiali verso l’altra persona, ridotta a mero profilo.

Il cervello umano ricordiamo che fa fatica a decidere in modo consapevole e sensato se è in presenza di un numero molto elevato di opzioni.

Once, la pioniera dello slow dating

Once è una delle app pioniere dello “slow dating movement”, nata a ottobre 2015 da un’idea di tre ragazzi francesi.
L’obiettivo, ridurre la frenesia degli incontri online accompagnando l’utente ad una scelta mirata e consapevole del partner ideale.

Anteporre la qualità dei match alla quantità.

La mission nelle parole di uno dei fondatori, Jean Meyer.

«Stiamo assistendo alla nascita di una vera e propria Swipe Society, ossia di una cultura degli appuntamenti altamente invasiva che rende le persone eccessivamente selettive e incredibilmente difficili da impressionare. La continua azione di scorrimento (in gergo tecnico ‘swipe’) usata come modalità per giudicare la validità dei profili proposti avviene in maniera sempre più rapida e porta inevitabilmente a scelte avventate e dettate spesso solo dalla fretta.

Oggigiorno si passa fin troppo tempo sulle app di dating e non sempre tutto questo tempo viene speso in maniera proficua trovando il profilo adatto a un potenziale match. Questo tipo di approccio è forse funzionale per chi non è in cerca di legami profondi che vadano al di là di uno o due appuntamenti, ma è del tutto controproducente per chi è veramente in cerca dell’amore e di una relazione stabile. Del resto, 10 secondi non sono sufficienti per poter esprimere un giudizio obiettivo e importante sulla persona che potrebbe rivelarsi essere l’amore della vita.

Chi è alla ricerca della persona giusta non dovrebbe farsi prendere dalla fretta a dall’azione ossessivo-compulsiva di fare swipe senza sosta nella speranza di trovare il match adatto. Le cose belle, si sa, richiedono tempo ed è per questo che Once premia lo slow dating. La nostra applicazione antepone la qualità alla quantità, per questo seleziona per i suoi utenti soltanto i match migliori ogni giorno a mezzogiorno».

Jean Meyer, co-fondatore ed ex-CEO di Once

I rischi del dating

In tantissimi ricorrono alle app di dating, anche in Italia. Oltre la metà degli utilizzatori trascorre circa due ore al giorno navigando nei profili di altri utenti, alla ricerca di quello che ritiene migliore e del “match” ideale.

Purtroppo il il rischio più grande è in merito alla questione privacy e riconoscimento d’identità. Molte delle persone che le utilizzano non vogliono infatti che i loro dati personali siano resi pubblici, ma preferiscono restare nell’anonimato.

Senza una conferma dell’identità chiunque può fingersi un’altra persona, caricando foto non proprie e usando nomi falsi in quello che a tutti gli effetti è un profilo fake.

Lo scopo? Raggirare la vittima (inganno noto come Romance Scam, truffa romantica, o catfishing).

Farsi inviare denaro dalla vittima, ricattarla dopo aver ricevuto foto osé (noto come sextortion), nei casi più gravi aggredirla fisicamente e sessualmente una volta ottenuto un incontro oppure derubarla della propria identità per utilizzarla in questa o altri tipi di truffe.

Le statistiche confermano che il numero di reati sessuali che coinvolgono siti e app di incontri online è in aumento.
Così come un aumento dell’aggressività nelle conversazioni, fino a insulti o minacce.

Come evitare di cadere in trappola

Prediligere sempre le piattaforme con un numero elevato di iscritti e a pagamento. Maggiore il numero di utenti iscritti sulla piattaforma, maggiori saranno le probabilità di fare nuove conoscenze.

Non svelare troppe cose di se, perlomeno all’inizio della conoscenza: non utilizzare il proprio nome (preferire un nickname), non rivelare il proprio indirizzo ne altre informazioni che possano ricondurre a noi o al nostro tenore di vita. Usare invece le proprie foto e recenti.

L’obiettivo da perseguire deve essere non avere ne creare aspettative sbagliate.

Sicuramente importante, scegliere i siti e le app e che garantiscano un buon livello di sicurezza, assistenza e privacy.

Tinder ha recentemente implementato la tecnologia Noonlight. Un sistema basato su un servizio di geolocalizzazione che permette agli utenti di inviare una richiesta di aiuto in real-time in caso di situazioni di emergenza.
Attualmente disponibile solo in USA ma che sicuramente presto diventerà una funzionalità standard di queste app.

Sicuramente l’utilizzo di queste piattaforme sarà sempre più interconnesso all’uso di altri social media come Instagram, Facebook e Twitter. Una garanzia maggiore sul tema di controllo di identità da assicurare agli utenti.

Nel frattempo impariamo ad utilizzarle nel modo corretto, senza prenderle troppo alla leggera. E se decidiamo di passare dal virtuale al reale prediligiamo un primo incontro al parco o una passeggiate all’aria aperta, evitando di farci accompagnare a casa finché non siamo certi di conoscere abbastanza bene la persona con la quale abbiamo l’appuntamento.

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Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

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