Con l’avvento di Internet è innegabile che siano cambiati i modi di comunicare e le relazioni interpersonali. Quest’ultime diventate sempre più tecno-mediate (e banalmente definite “relazioni virtuali“).
A partire dagli incontri casuali, nati su app di dating come Tinder, Grindr, Planet Romeo, Wapa per arrivare agli stessi social network: si instaurano vere e proprie relazioni mantenute nel tempo attraverso chat, email e social network.
Rapporti in un certo senso incompleti e limitati, amicizie e a volte amori impossibili e assurdi eppure capaci di smuovere emozioni vere perché ugualmente coinvolgenti.
In una dimensione protetta e anonima quale è la Rete, che permette di mostrare fantasie e immaginazione senza pudori e censure.
Basti pensare al fenomeno del sexting, l’invio di testo, immagini e/o video dall’esplicito contenuto erotico, e alle numerose app di sex coaching che, sfruttando l’intelligenza artificiale, consentono di fare simulazioni e training con un bot (programma autonomo che fa credere all’utente di comunicare con un’altra persona umana).
Al Cybersex, ovvero tutte quelle attività online con l’obiettivo di raggiungere gratificazione sessuale attraverso esperienze erotiche ed interattive. Non solo visione di materiale, ma anche acquisto di prodotti da negozi specializzati, ricerca di informazioni di natura sessuale, contatto di prostitute, esperienze di sesso virtuale (Döring, 2009)
Una vera e propria sovraesposizione online legata ad un maggiore utilizzo di siti, app e social network.
Tutte attività online in cui è indispensabile tenere bene a mente l’esigenza di privacy e dunque comunicare tramite app criptate, che cancellino i messaggi una volta che la comunicazione si è interrotta e che consentano di impostare l’auto-cancellazione dei messaggi dopo un certo tempo rispetto al momento dell’invio, che siano dotate della funzione “screenshot blurring” che oscura le immagini che inviamo se il destinatario prova a fare una fotografia dello schermo.
La cronaca ci ha infatti ormai abituati a reati di revenge porn, ovvero la diffusione senza consenso di video o foto intime spesso associata a ricatto e vendetta, la cui conclusione spesso ha avuto risvolti tragici.
E se il ghosting non sorprende più nessuno, nell’era dei social c’è pure l’orbiting ossia quello strano comportamento per cui chi fino ad oggi ci aveva mostrato interesse smette di farsi sentire, ma invece di sparire dalla nostra vita, come nel ghosting, continua a mettere like ai nostri post e guarda sempre le nostre Stories. Tratti narcisistici di chi preferisce tenersi comunque tenere le porte socchiuse per futuri capricci.
Prestiamo dunque attenzione nel momento in cui vogliamo condividere qualcosa di noi e soprattutto prestiamo attenzione a chi la condividiamo.
Sui Social ci sono molti profili fake creati e utilizzati allo scopo di raggirarci (pratica nota come Romance Scam, truffa romantica, o Catfishing). In molti casi l’obiettivo è l’estorsione di regali o aiuti finanziari, ottenuti facendo leva sulla fragilità e sui sentimenti della vittima o con aperti ricatti, spesso basati sulla minaccia di diffonderne le immagini intime che sono state volontariamente condivise. E proprio perché Internet non dimentica, ogni traccia che vi lasciamo potrebbe essere usata, anche nel tempo, contro di noi.
“In questa nuova era, non mi tocca uscire più di sabato sera
Non devo girare su una Porsche Panamera, accendo il cellulare e sono già in discoteca
E giuro lo sognavo da una vita intera
Non mi tocca uscire più di sabato sera
Tutti infarinati come Antonio Banderas
Guardo tra i contatti e sono già in discoteca!Ti ho conosciuta così, ci siamo fidanzati su whatsapp
Marracash feat. Guè Pequeno – Insta Lova
Mi scrivevi di sì, di sì, di sì
Ed è finita in 3G, abbiamo divorziato su whatsapp
Senza uscire da qui”