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Amnesia digitale: come la tecnologia influenza la memoria

amnesia digitale
Tempo di lettura - 3 minuti

Siamo passati dal ricordare a memoria le tabelline, le poesie, i numeri di telefono e gli impegni quotidiani a dimenticare tutto. Involontariamente vittime dell’amnesia digitale, la digital amnesia, la tendenza a dimenticare le informazioni che sono memorizzate su un dispositivo digitale (come smartphone e computer).

Del resto perchè sforzarsi a ricordare informazioni disponibili in formato digitale: in caso di necessità basterà chiedere al nostro smartphone o PC.

Amnesia digitale e effetto Google

Che si tratti di dimenticanza involontaria o intenzionale, c’è comunque una sottile distinzione tra l’amensia digitale e quello chiamato effetto Google, Google effect, ovvero la tendenza a dimenticare tutto quello che si può trovare facilmente utilizzando i motori di ricerca online.

Qual è il numero di telefono del tuo partner? Quali impegni ho nell’arco della settimana? Sarà sufficiente guardare lo smartphone, l’appendice della nostra mano.

Quante sono le regioni italiane? Chiedilo a Google e a portata di click ecco apparire la risposta esatta.
Si scrive qual’è o qual è? Il correttore automatico mi aiuterà anche con la grammatica italiana e gli errori sintattici.

Perchè dunque ricordare informazioni che sappiamo di poter trovare facilmente online o su dispositivi tecnologci, in quella che a tutti gli effetti è diventata un’estensione illimitata della nostra memoria?

Amnesia digitale: le conseguenze

Numerose ricerche hanno dimostrato che, anche in quelle ormai rare occasioni in cui sappiamo già la risposta, tendiamo comunque ad affidarci a Google o allo smartphone per una verifica.

Una delega che non percepiamo né come un problema né come un rischio, bensí un’opportunità di poter fare affidamento anche su queste memorie esterne e non solo alla nostra memoria a lungo termine, che piano piano viene meno perchè preferiamo affidarci al suggerimento del momento.

Un aiuto essenziale per vivere le nostre vite complesse così piene di informazioni.

google effect
Foto di Arkan Perdana su Unsplash

Ma una informazione nella memoria a breve termine che non prevede l’utilizzo di tutti i nostri sensi durante la sua memorizzazione (memoria multisensoriale), non puó essere memorizzata. Ed è questo che succede con i dispositivi digitali, che ci richiedono un utilizzo rapido e coivolgono quasi esclusivamente il senso della vista.

«L’attenzione è fondamentale per il consolidamento nella memoria episodica delle nostre esperienze quotidiane: senza attenzione quello che facciamo ci scivola via e non ci rimane niente…
Da questo punto di vista il rischio più grande è il continuo multitasking in cui l’uso del cellulare si accompagna ad altre attività, come per esempio il saggio di fine d’anno del figlio o la riunione di lavoro. L’attenzione sul telefono e i suoi contenuti non ci permette di focalizzare l’attenzione su quello che sta avvenendo contemporaneamente, svuotandolo di senso. Il rischio è quello di giornate che ci sembrano sempre più vuote e poco rilevanti»

Giuseppe Riva, ordinario di Psicologia della comunicazione all’Università Cattolica di Milano

Innegabile dunque che tutto questo incida sul nostro processo di memorizzazione e ci porti a quella che è stata definita, nel 1985 da Wegner, memoria transazionale digitale.
Una memoria online collettiva e condivisa tra membri di un gruppo, dove il singolo è consapevole di quali informazioni sono disponibili nel gruppo.

Un sistema potenziato, più complesso e potenzialmente più efficace di quello dei singoli.

Ma cosa succederebbe se si scaricasse la batteria del nostro cellulare? Ricordiamo a memoria qualche numero da chiamare con un altro cellulare?

Da qui la nomofobia, acronimo di no mobile phobia, ovvero paura di rimanere disconnessi per assenza del proprio smartphone.

Sicuramente il nostro futuro ci vedrà piú intenti a conoscere il luogo dove si trovano le informazioni piuttosto che le informazioni stesse per poi connetterle abilmente tra di loro.

Ma sebbene possa essere utile delegare alcune questioni banali ai dispositivi mobili e lasciare che il cervello si concentri su ciò che è importante, quale sarà il prezzo da pagare sulla tua salute mentale e la tua privacy?

Immagini collegate:

Antonella Bruzzone

Antonella Bruzzone

Founder del blog ConsapevolMente Connessi, Ingegnere Informatico appassionata di CyberSecurity approdata da qualche anno al Coaching. Un mix di competenze che sa farmi apprezzare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale in cui viviamo, ben consapevole dei rischi insiti in essa. Perché la onlife è come un salto con lo skateboard: potresti cadere, lo sai, ma è altrettanto vero che, con la giusta guida, potresti imparare a chiudere i trick più difficili.

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