Visto il grande successo di Clubhouse, tutte le altre piattaforma social media hanno iniziato la corsa per creare delle vere e proprie alternative all’originale, da Twitter a Facebook, da Spotify a LinkedIn.
Ognuna con il proprio format che vede al centro la voce dal vivo, per alcune già note alcune indiscrezioni, per altre solo poche vaghe dichiarazioni (come TikTok).
Con il vantaggio di partire da un’audience sicuramente più alta rispetto a Clubhouse, partita praticamente da zero per raggiungere, in breve tempo, il record dei 12 milioni di download.
Del resto è innegabile che questo è il momento della voce e, dopo tanti mesi di videocall, gli utenti preferiscono ascoltare.
Twitter Spaces
Twitter, da quanto riporta Bloomberg, mentre stava già lavorando a Twitter Spaces, ha provato ad acquisire Clubhouse per 4 miliardi di dollari.
Nel frattempo, tra le prime alternative a Clubhouse. ha lanciato alla fine dello scorso anno il primo test di “Spaces“, funzione che permetteva ad un numero limitato di utenti iOS di creare i propri “spazi” audio (così si definiscono su Twitter, a differenza delle “room” o “stanze” di Clubhouse e degli altri social media)
Più tardi, ha concesso anche agli utenti Android la possibilità di partecipare alle conversazioni come ascoltatori, e in questi giorni ha cominciato ad estendergli la nuova funzionalità.
In questo mese di aprile Twitter Spaces sarà dunque disponibile davvero a tutti e presto arriverà anche la versione web, quindi anche per desktop.
Tra le differenze da Clubhouse:
- il numero di speaker limitato ad 11 (incluso il creatore dello spazio, chiamato host), anche se quello dei partecipanti allo “Spazio” è illimitato;
- tutte le stanze sono pubbliche quindi chiunque può unirsi come ascoltatore, compresi gli utenti che non seguono l’host.
Anche in questo caso chi crea la stanza è anche moderatore della conversazione: può decidere chi può parlare (scegliendo tra Tutti, Chi segui o Solo gli utenti che inviti a partecipare attivamente) e può concedere e revocare l’autorizzazione a parlare avendo il controllo sui microfoni dei partecipanti.
Gli ascoltatori dovranno richiedere all’host l’autorizzazione a parlare toccando l’icona Richiedi sotto al microfono.
Le Stanze Audio di Facebook
Alla corsa per creare alternative a Clubhouse non poteva mancare Mark Zuckerberg che riferisce di essere al lavoro su un progetto di Stanze Audio, evoluzione delle più recenti Stanze di Messenger, in cui l’esperienza sarà esclusivamente audio.
Qualche anticipazione l’ha fornita l’Ing. Alessandro Paluzzi, Mobile Developer e Reverse Engineer, che ha condiviso alcuni screen che mostrano l’interfaccia utente di una stanza, in tutto e per tutto simile a quella di Clubhouse.
Immagini che, da quanto ci ha tenuto a precisare l’azienda, non corrispondono affatto alla funzione definitiva.
Da queste immagini pare che l’utente potrà scegliere di aprire 3 tipologie di stanze per le conversazioni:
- Video: una stanza privata che consente una videochat con un gruppo di contatti;
- Audio: una conversazione audio privata con un gruppo di contatti;
- Live Audio: una trasmissione audio pubblica, dove chiunque può partecipare come spettatore (superando così il limite tecnico di 50 partecipanti attualmente presente).
Le Stanze Audio sarebbero accessibili da chiunque direttamente dall’App di Facebook, senza la necessità di passare da Messenger, e fornirebbero agli utenti informazioni utili come il titolo, il numero degli speaker ed anche quello degli ascoltatori.
Ancora tutti da scoprire i controlli di moderazione.
Le Stanze di Instagram
Sempre secondo le indiscrezioni dell’Ing. Alessandro Paluzzi, il gruppo Facebook tra le alternative a Clubhouse sta contemporaneamente lavorando anche ad una chat vocale per Instagram.
Starebbero arrivando le Stanze in diretta, una nuova funzione che consente di ampliare il numero dei partecipanti fino a quattro componenti.
Fino ad ora era possibile trasmettere una diretta solo insieme ad un’altra persona.
Per avviare una Stanza in diretta, basterà:
- scorrere verso sinistra e selezionare l’opzione Video in diretta;
- inserire un titolo e cliccare l’icona Stanze per aggiungere i partecipanti: si possono aggiungere fino a tre ospiti, insieme o scaglionati, visualizzando le persone che hanno richiesto di unirsi alla diretta o cercando l’ospite da aggiungere.
Anche in questo caso, ancora tutti da scoprire i controlli di moderazione.
Le Stanze di LinkedIn
Tra le alternative a Clubhouse anche LinkedIn che ha promesso che le sue Stanze, a tema professionale, serviranno agli utenti per incrementare il contatto tra professionisti, con modalità che non si scostano molto da Clubhouse.
Stanze dove si tratteranno argomenti incentrati su professione, carriera, aggiornamenti, opportunità di lavoro.
Dal mockup concettuale dell’interfaccia, reso pubblico dalla stessa azienda, si evidenzia che l’interfaccia utente sarà pressoché identica a Clubhouse, con un palco centrale con i moderatori raffigurati da icone tonde ed una platea virtuale, di speaker e ascoltatori, nella parte inferiore dello schermo.
Si notano anche altri tipi di interazioni come l’icona degli emoji e del messaggio diretto agli utenti partecipanti o forse all’amministratore della stanza.
«Stiamo facendo alcuni test preliminari per creare un’esperienza audio unica collegata alla vostra identità professionale. E stiamo guardando a come possiamo portare l’audio in altre parti di LinkedIn, come gli eventi e i gruppi, per dare ai nostri membri ancora più modi per connettersi alla loro comunità»
Suzi Owens – portavoce di Linkedin
Il punto di forza dichiarato è che le stanze saranno collegate all’identità personale degli utenti e non soltanto a un profilo social.
«Unire audio e ‘Creator’ può portare a risultati positivi per l’app e per la professionalità degli utenti», insiste l’azienda, soprattutto in prospettiva dell’evolversi futuro dello scenario del mondo del lavoro.
Da un’analisi di LinkedIn infatti si evidenzia che, nel corso degli ultimi mesi, oltre il 60% dei suoi iscritti lavora da remoto, contro l’8% del pre Covid e l’azienda è convinta che oltre il 50% delle persone continuerà in modalità smartworking anche in futuro, senza rientrare negli uffici.
Anche in questa soluzione non mancheranno strumenti di moderazione, ma non sono ancora noti i dettagli.
Le chat vocali di Telegram
Già dallo scorso dicembre Telegram si è presentata tra le alternative a Clubhouse permettendo agli utenti di ospitare un numero illimitato di persone nelle chat vocali, delle vere e proprie stanze audio.
Saranno gli amministratori a definirle e a decidere di ospitarle “per milioni di ascoltatori”.
Con l’aggiornamento Voice Chats 2.0 di marzo le chat vocali sono disponibili anche nei canali e senza limiti sul numero dei partecipanti.
Inoltre si sono introdotte alcune funzionalità quali:
- la possibilità di registrare le chat vocali (per salvare le conversazioni e pubblicarle per i follower che hanno perso l’evento dal vivo). Per riconoscere le chat registrate ci sarà una lucina rossa a fianco del titolo;
- le liste dei partecipanti, con maggiori dettagli ripresi dai testi della bio;
- le meccaniche per “alzare la mano” ed avere così l’autorizzazione a intervenire e l’abilitazione del microfono;
- link d’invito per speaker e ascoltatori;
- titoli opzionali che aiutino gli utenti a vedere gli argomenti delle conversazioni prima di partecipare;
- uno strumento per i personaggi pubblici di unirsi alle chat vocali come se fossero i loro canali (evitando così di attirare troppa attenzione sui loro account personali e tutelando così la propria privacy);
- riprendere la riproduzione da dove è stata interrotta quando si ascoltano messaggi vocali di lunga durata;
- per gli utenti Android, la possibilità di scegliere l’azione da assegnare allo scorrimento a sinistra nella lista chat (archivia, fissa, silenzia, elimina, segna come letta).
È proprio la facoltà degli amministratori di registrate tutto o in parte l’evento e la possibilità dei partecipanti di restare “anonimi”, scegliendo di farsi elencare semplicemente tra gli ascoltatori, senza rivelare il loro vero nome o nickname, a rendere diverse le e chat audio di Telegram dalle soluzioni proposte dalla concorrenza.
Le Room di Spotify
Spotify ha da poco acquistato Betty Labs, la società che ha creato l’app Locker Room a ottobre 2020.
Una app social audio incentrata sullo sport.
Lo scopo sarà quello di cambiare il nome alla app e integrarla come funzione in stile Clubhouse, permettendo ai suoi utenti di ascoltare musica e conversazioni con gli artisti in tempo reale.
Un modo per offrire servizi diversi che vanno al di là della semplice musica, come podcast o audiolibri.
Dando la possibilità a professionisti, ai musicisti e ai podcaster di ospitare discussioni e sessioni Q&A in tempo reale.
La piattaforma vorrebbe anche testare una funzionalità per monetizzare ovvero ospitare delle stanze a pagamento.
Probabile, inoltre, l’introduzione della possibilità di registrare le stanze per convertirle successivamente in podcast.
Discord Stage Channels
Anche Discord, la piattaforma fondata nel 2015 e amata dai gamer, che vanta più di 250 milioni di utenti in tutto il mondo, qualche giorno fa ha lanciato Stage Channels, il servizio che permette agli utenti di creare stanze audio pronte ad accogliere conversazioni di gruppo, interviste, sessioni di karaoke o club di lettura.
La descrizione ufficiale fornita è “una speciale tipologia di canale che potete creare nel server della vostra community“.
L’interfaccia anche in questo caso è molto simile a quella di Clubhouse, con un palco virtuale che ospita gli speaker, nella parte alta dello schermo, e una platea con gli ascoltatori, nella parte inferiore.
Per intervenire è necessario sempre “alzare la mano” e aspettare che i moderatori concedano la parola.
Secondo indiscrezioni, parrebbe ormai vicina a un’acquisizione di Discord da parte di Microsoft, a fronte di un investimento quantificato in circa 10 miliardi di dollari.
L’esperienza audio di Slack
Lo scorso anno Slack, l’applicazione di messaggistica incentrata sul business utilizzata da milioni di persone, ha lanciato una funzione che permettesse agli utenti di avere online le medesime conversazioni che si hanno in ufficio.
Ma che sia intenzione di costruire funzioni simili a Clubhouse è stato dichiarato dallo stesso CEO, Stewart Butterfield.
Slack, stando alle dichiarazioni, avrà presto stanze audio per conversazioni che non richiedono la pianificazione di una riunione o la creazione di una chiamata, simili alle stanze in Clubhouse o ai canali vocali in Discord.
Inoltre Slack aggiungerà anche messaggi video effimeri, simili alle “Storie” di altre piattaforme come Snapchat, Instagram, Facebook e molti altri.
«Ho sempre creduto al detto ‘i bravi artisti copiano, i grandi artisti rubano’. Quindi stiamo solo costruendo Clubhouse in Slack, essenzialmente»
Stewart Butterfield – CEO Slack
La riflessione anche in questo cask riguarda la poca tutela della privacy.
Clubhouse ha dovuto fare i conti con il Garante per la protezione dei dati personali.
A meno dell’interfaccia e delle funzionalità realizzate, riusciranno queste alternative a Clubhouse ad essere anche più sicure e protette?