Arriva AIDA, Artificial Intelligence Diabetes Assistant, il primo chatbot italiano ad offrire un aiuto concreto alle persone con diabete di tipo 1 e tipo 2 (quasi 4 milioni in Italia), caregivers ed operatori sanitari, familiari e più in generale agli amici e colleghi.
Una assistente personale digitale capace di dialogare, motivare e rispondere in italiano a più di 4500 domande sul diabete e su tutti gli aspetti correlati quali l’alimentazione, l’attività sportiva, il rapporto con gli altri e la gestione in ambito lavorativo e scolastico.

Frutto dell’impegno dell’azienda danese Novo Nordisk nell’attività di ricerca e sviluppo di soluzioni e strumenti tecnologici all’avanguardia nel campo della Digital Health, con la consulenza e il supporto scientifico di specialisti in diabetologia e psicologi.
Consulenti che di fatto rendono le risposte fornite da AIDA scientificamente fondate.
Con AIDA aumenta la consapevolezza
«L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha dimostrato che solo il 50% delle persone con diabete di tipo 2 è completamente aderente alle terapie. La soluzione più efficace per aumentare l’aderenza presuppone una maggiore consapevolezza del paziente. È stato infatti dimostrato che più il paziente esercita un ruolo attivo attraverso un’informazione efficace, e più è motivato a rispettare le indicazioni del medico»
Dott. Basilio Pintaudi, Direzione Medica Servizio di Diabetologia Ospedale Niguarda di Milano
Il diabete cambierà la mia vita? Posso continuare a lavorare e fare sport? Come posso dire ai miei amici e colleghi che ho il diabete? È meglio la carne bianca o quella rossa? Come condisco l’insalata? Posso mangiare cibi fritti? E i succhi di frutta?
Sono solo alcune delle domande sul diabete alle quali la chatbot AIDA è in grado di fornire una risposta.
Con una comunicazione semplice e diretta ed evitando attentamente di parlare di ciò che non conosce, suggerendo nei casi opportuni di rivolgersi al proprio medico.

«Posso rispondere a domande e dubbi relativi alla vita quotidiana di una persona con diabete, come ad esempio informazioni sulla patologia o consigli per uno stile di vita sano, sport e alimentazione. Puoi considerarmi come un’amica ben informata a cui chiedere un consiglio in qualsiasi momento… Sono sempre disponibile! Posso esserti di supporto ma non sostituisco il tuo medico, al quale ti consiglio di rivolgerti per qualsiasi emergenza, problema relativo al trattamento del diabete o interazioni tra medicinali»
AIDA, empatica e pronta ad imparare dagli utenti
Grazie all’Intelligenza Artificiale e al natural language processing, AIDA non si limita alla semplice risposta: impara dagli utenti, si aggiorna in base alle varie richieste ricevute e analizza le domande anche da un punto di vista emozionale.
È proprio l’empatia il suo punto di forza: rispondere in modo appropriato all’interlocutore laddove riscontrasse paure, timori e stress legati alla gestione quotidiana della patologia, promuovendo il benessere fisico e psicologico.
Può essere anche un valido supporto per i medici. Da un lato consente loro di dedicare più tempo ai pazienti che ne hanno bisogno, lasciando che sia l’intelligenza artificiale a fornire le informazioni e il supporto di routine. Dall’altro li aiuta a portare il paziente verso la gestione in autonomia della propria condizione e di fronte ai piccoli e grandi dubbi di ogni giorno.
Come consultare AIDA
AIDA può essere contattata al sito ufficiale da un qualsiasi dispositivo desktop e mobile che possieda una versione aggiornata del browser (Chrome, Firefox, Safari, Edge).
Presente anche su Telegram dove è sufficiente scaricare l’applicazione e cercare @aida_chatbot per iniziare una conversazione.
Per l’utilizzo attraverso Amazon Alexa basta pronunciare
“Alexa, apri AIDA diabete”
Proprio attraverso Amazon Alexa, AIDA può essere anche un utile assistente in cucina, adatto a persone con diabete, i loro cari e caregiver perché è in grado di guidare gli utenti nella scelta di una ricetta gustosa e salutare o comunque rispondere ai dubbi sull’alimentazione.

I pazienti diabetici potranno così essere tutelati e protetti da informazioni inappropriate e fake news, che possono indurre a sottostimare la malattia, pregiudicare l’adozione di corretti stili di vita e compromettere l’aderenza alla terapia.
Perché è grazie alle conoscenze e alla chiarezza comunicativa che è possibile un atteggiamento proattivo nei confronti della propria condizione.